Un bambino di soli sette anni, Filippo Bizzarri Ollandini, è stato protagonista di una brutta avventura, fortunatamente a lieto fine, iniziata con un fortissimo mal di pancia e finita con un intervento chirurgico molto delicato, effettuato all’ospedale Cisanello di Pisa, che gli ha letteralmente salvato la vita.

La testimonianza del babbo di Filippo

Ho deciso di raccontare la storia di mio figlio perché l’appendicite nei bambini piccoli si può manifestare tardivamente con una appendice già perforata (in peritonite), come nel caso di Filippo, perché i bimbi hanno difficoltà a descrivere con precisione i sintomi ed è quindi difficile la diagnosi pertanto spesso questa patologia può essere confusa con patologie più comuni e/o malattie virali. Questa storia vuole essere un consiglio a tutti i genitori di fare molta attenzione quando i bambini hanno continui dolori alla parte inferiore destra dell’addome, perché se l’appendice si rompe o si perfora, il materiale infetto fuoriesce provocando la contaminazione e l’infezione della cavità addominale, alla quale l’organismo risponde con la produzione di pus, causando una peritonite che può essere mortale se non curata immediatamente”.

Mariano Bizzarri Ollandini

La storia inizia martedì 15 settembre alle ore 10.00. Dopo due giorni di dolore alla pancia la mamma di Filippo, Lyudmila, lo porta al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Cisanello di Pisa. Decisione che si è rivelata provvidenziale perché grazie all’equipe medica diretta dal professore Massimo Chiarugi il bimbo è stato salvato. Il forte dolore che accusava il piccolo, infatti, era il primo segnale di una patologia che se non presa in tempo avrebbe potuto avere conseguenze letali. Poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso pediatrico, infatti, il bimbo è peggiorato e gli è stata diagnosticata un’appendicite perforata. Operato d’urgenza dopo 8 giorni di degenza il bambino è stato dimesso ma il 30 settembre, purtroppo, è stato nuovamente ricoverato perché lamentava ancora forti dolori addominali. Il professor Massart gli ha fatto fare una radiografia al torace, poi un’ecografia ed infine una Tac con mezzo di contrasto da cui è emerso un versamento peritoneale con infiammazione dell’intestino e dell’area sottoposta a intervento chirurgico. La famiglia di Filippo ripiomba nell’incubo che credeva di aver superato: si pensa a un nuovo intervento chirurgico per drenare il pus che avrebbe potuto causare un’altra peritonite. Durante il secondo ricovero i chirurghi decidono una terapia antibiotica, prima di procedere con un nuovo intervento. Dopo 5 giorni Filippo viene dimesso in buone condizioni ma il il giorno dopo viene nuovamente ricoverato per dolori addominali, vomito e diarrea. L’infettivologo cambia terapia antibiotica e, per ulteriori accertamenti, il piccolo viene trasferito all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, con un quadro clinico che, per fortuna, è in netto miglioramento.

 

Vogliamo ringraziare tutto il personale del pronto soccorso pediatrico e dell’U.O. di Chirurgia d’Urgenza dell’ospedale Cisanello – – dicono i genitori di Filippo – e in particolare il professor Massimo Chiarugi che ha sempre dimostrato tanta sensibilità ed attenzione al suo piccolo paziente. Abbiamo trovato personale di altissimo livello non solo dal punto di vista professionale. Tutti ci sono stati vicini, tutti hanno mostrato un’attenzione e una vicinanza non comuni. Dobbiamo dire che ci hanno davvero coccolati. Grazie da parte nostra e di Filippo. Abbiamo deciso di raccontare questa storia perché l’appendicite si manifesta prevalentemente tra i 4 e i 20 anni, mentre risulta meno comune nei bambini al di sotto dei 4 anni di età, e perché quanto più sono piccoli i bambini tanto più facilmente ci si può trovare di fronte ad una appendice già perforata (peritonite), come nel caso di Filippo, a causa soprattutto della difficoltà che hanno i bambini di descrivere con precisione i sintomi. Filippo ad esempio aveva avuto nausea, vomito, diarrea e febbre anche fino a 38,7° che inizialmente hanno fatto pensare al pediatra che si trattasse di una gastroenterite virale oppure al Covid-19 (il tampone negativo lo ha poi escluso) ma dopo le analisi del sangue effettuate al pronto soccorso Covid di Pediatria, il professor Francesco Massart ha intuito la diagnosi e si è prontamente confrontato con i chirurghi per procedere quanto prima all’operazione al fine di evitare complicazioni che avrebbero potuto mettere a rischio la vita di Filippo. Invitiamo quindi tutti i genitori a fare molta attenzione perché se l’appendice si rompe o si perfora, il materiale infetto fuoriesce provocando la contaminazione e l’infezione della cavità addominale, alla quale l’organismo risponde con la produzione di pus, causando una peritonite che può essere mortale se non curata immediatamente”.

– LA FOTO DEL BAMBINO CI È STATA INVIATA DAI GENITORI –

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