In un futuro distopico ci troviamo a Firenze, la “culla dell’arte”, con una particolarità assai curiosa. La città ormai è disabitata, nel senso che i cittadini residenti sono spariti. Le abitazioni sono state tutte riadattate a residenze per turisti, alcune come alberghi o hotel più o meno di lusso, la maggior parte, invece, come Airbnb. Ma dove sono finiti i fiorentini? Altrove. Chi nelle immediate vicinanze, per tornare a lavoro ogni giorno in città. Chi si è spostato più lontano, alla ricerca di una vita meno stressante e più salutare come qualità dell’aria. Chi è andato più vicino al mare e chi, infine, per non volersi adattare ai cambiamenti, ha preferito mollare la capitale del Rinascimento per trasferirsi lontano, il più lontano possibile.

Tutto è nato dopo che il Comune di Firenze ha provato ad arginare l’aumento dilagante nel centro storico degli Airbnb, con una norma ad hoc. Il Tar però ha dato torto all’amministrazione comunale. Ne è nata una battaglia legale e, alla fine, Palazzo Vecchio è stato sconfitto. Non si possono impedire gli affitti turistici brevi, come aveva provato a fare il Comune, neanche se all’interno della cosiddetta area Unesco, sottoposta a vari vincoli e tutele.

La politica ha provato ad arginare il problema, intervenendo con un regolamento restrittivo, ma non vi è riuscita. Il Parlamento non si è occupato del problema. E dopo alcune decine di anni, la città è profondamente cambiata. Nessuno ha vinto, tutti hanno perso. Anche i turisti, che si trovano a visitare una città-fantasma, senza vita. Solo un grande parco giochi. Una città che perde i propri abitanti, infatti, perde l’anima.

Inutili sono stati gli appelli al governo e al parlamento di occuparsi del problema. Nessuno è intervenuto, per non ostacolare il turismo, il business, gli interessi, grandi o piccoli, dei proprietari di case e strutture ricettive. Ma anno dopo anno la situazione è peggiorata e, ormai, la vera Firenze è rimasta una vecchia cartolina. Non esiste più. O meglio, esiste nei libri, nelle vecchie foto, nei film, nei racconti dei più anziani. Il parco giochi urbano per turisti, evocato da qualcuno che parlava dei rischi dell’overtourism, è realtà. Impossibile, a questo punto, tornare indietro.

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