Dopo venticinque anni di polemiche è stata scritta la parola fine sul progetto di realizzazione della loggia all’uscita della Galleria degli Uffizi, a Firenze, ideato dall’architetto giapponese Arata Isozaki. Lo stop definitivo è stato deciso dal Consiglio superiore dei beni culturali, che si è espresso all’unanimità contro il progetto.

Per costruire la loggia erano previsti fondi per 12 milioni di euro provenienti dal piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”. Isozaki, scomparso nel dicembre 2022, aveva vinto un concorso internazionale a inviti, indetto nel 1998, promosso dall’allora Ministero per i Beni e le Attività culturali retto da Giovanna Melandri. Oltre a Isozaki parteciparono Gae Aulenti, Mario Botta, Norman Foster, Vittorio Gregotti e Hans Hollein.

Sin dall’inizio l’idea di Isozaki aveva diviso esperti e opinione pubblica. Tra i più agguerriti oppositori il critico d’arte Vittorio Sgarbi, ora sottosegretario alla Cultura. Ma anche Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, aveva mostrato alcune perplessità a riguardo. Sul fronte opposto l’Ordine degli architetti paesaggisti pianificatori e conservatori di Firenze, la Fondazione architetti Firenze e la Fondazione Michelucci, che si erano appellati al ministro Sangiuliano e al sindaco di Firenze Dario Nardella perché il progetto fosse conservato.

Cosa prevedeva il progetto

Isozaki aveva ideato una grande loggia in acciaio e pietra serena, alta 23 metri, al pari del secondo piano del Museo degli Uffizi, alla stessa altezza della Loggia dei Lanzi, arricchita da quattro sculture.

Il progetto fu giudicato il migliore da una commissione internazionale che lo preferì agli altri elaborati. La convenzione per l’avvio dei lavori fu firmata il 21 febbraio 2001, ma già in settembre Vittorio Sgarbi, nella sua prima visita ufficiale a Firenze, espresse perplessità sul progetto e annunciò che avrebbe incontrato Isozaki per discutere assieme eventuali modifiche. Da allora, tra polemiche infinite, il progetto non è mai decollato. Già lo scorso agosto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aveva allargato le braccia: “Anche se ho sempre preferito il progetto di Isozaki, prendo atto della volontà del ministero della Cultura e confermo che ci impegniamo a collaborare per trovare una soluzione rapida e all’altezza dell’importanza di quel luogo e di quella piazza, in modo da completare i lavori di un cantiere che è lì da due decenni, con due ingombranti gru”.

La fermezza di Sgarbi

Appena insediatosi al governo il sottosegretario Sgarbi, tornando alla loggia Isozaki, disse: “Non si farà, io non la voglio, il ministro non la vuole. Piuttosto, si faccia un concorso di grandi giardinieri, si faccia una grande architettura che crei un’uscita, una specie di tunnel, come una galleria nel verde. Cosa facile, poco costosa, bella da vedere, e basta”.

Polemiche e ancora polemiche

“Il fatto che il Consiglio superiore Beni culturali e Paesaggistici, autorevole organo di carattere tecnico-scientifico in materia di beni culturali di cui fanno parte varie espressioni culturali, abbia detto no alla Loggia di Isozaki, sta ad indicare che avevamo ragione noi. In 20 anni su questo progetto sono state prodotte solo montagne di parole, il Sindaco Nardella rifletta”. Lo dichiara il senatore fiorentino Paolo Marcheschi, capogruppo Fdi in Commissione cultura a Palazzo Madama.

Venticinque anni per una decisione

Il fatto che ci siano voluti venticinque anni, dal concorso internazionale fino al no definitivo al progetto, fa capire molte cose del nostro Paese.

 

 

Foto: Arata Isozaki & Andrea Maffei, Loggia degli Uffizi, Firenze. Courtesy AMA

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