Ilaria Clara Urciuoli

Nella sua villa di Castello, vittima di un colpo apoplettico, moriva il 21 aprile 1574 Cosimo I dei Medici, primo granduca di Toscana, unificatore di un territorio che ha voluto visitare e conoscere nelle varie anime di cui si componeva, di un territorio che anche grazie a lui ha mantenuto una sua identità, confluita poi nella regione Toscana che di quello Stato ricalca in buona parte i confini. A 450 anni da quella data la Toscana ricorda la sua figura con una mostra a Palazzo Strozzi Sagrati a Firenze, curata dal direttore del Museo de’ Medici Samuele Lastrucci e presentata dallo stesso governatore della Regione Eugenio Giani, autore del volume da pochi giorni in libreria “Cosimo I dei Medici. Il padre della Toscana moderna” (Giunti, 2024).

La mostra, visitabile fino al 16 maggio, unisce passato e presente grazie alla presenza di documenti del XVI secolo posti accanto a preziose ricostruzioni e a fotografie d’autore scattate dal Massimo Sestini alle fortezze volute dal duca giunto al potere nel 1537 con l’omicidio del lontano cugino Alessandro per mano di Lorenzino. Ecco allora le riprese aeree non solo di Firenze ma anche della Lunigiana, della Val di Chiana, di Pisa, Grosseto, Portoferraio e delle altre zone in cui fece sentire la sua autorevole presenza.

Di grande suggestione l’ultima sala del percorso che racchiude alcuni dei documenti costitutivi del Granducato: domina la stanza con la sua posizione centrale l’atto di nascita del nuovo Stato, la bolla papale del 27 agosto 1569 con cui Papa Pio V conferisce a Cosimo dei Medici il titolo di “Magnus dux Etruriae”, mentre a pochi metri sono riproposte le scene della sua incoronazione. Nella stessa sala, esposto per la prima volta, il documento con cui Filippo II, erede di Carlo V, concede a Cosimo il dominio su Siena.

La mostra si pone come obiettivo quella di celebrare la grandezza del primo Granduca da un punto di vista istituzionale, mostrando la sua spiccata capacità di comprendere il proprio tempo già poco fortunato per un’Italia che era campo di battaglia per le truppe ispanico-imperiali di Carlo V in lotta con quelle francesi di Francesco I. In questo clima Cosimo seppe scegliere le giuste alleanze e combattere le proprie battaglie fino ad entrare a Siena, trionfante ma non privo della lungimiranza di un governatore che non distrugge ma include sotto la propria egida, per realizzare autonomia, integrità e sicurezza del suo nascente Stato.

Ilaria Clara Urciuoli

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