Luca Schieppati

Il Palio dell’Assunta… Beh da un punto di vista di un milanese innamorato dell’Onda, sulla carriera c’è purtroppo poco da dire. Un Palio perfettamente gestito, ma…
Un grande accordo con Oca e Pantera, permette di neutralizzare Violenta Da Clodia (Torre, non si voglia…) ed Oppio (Istrice).
Mossa perfetta e si scatta avanti.
L’unica cosa per cui nulla ci si poteva fare è che Porto Alabe non aveva la solita birra. Unito al fatto che le traiettorie scelte non sono state, diciamo, le migliori…
Onori quindi a Remorex che ha vinto, scosso, e, naturalmente, alla Selva.

Onori anche a Milo Manara, che ha realizzato un drappellone stupendo. Se vogliamo, molto trasgressivo. Perché oggi come oggi la trasgressione sta nel fare le cose a modo…

Il Palio, poi, non si può spiegare. Si può  vivere, e o lo si sente o non lo si sente. Io non mi permetto nemmeno di provarci, perché non arriverò mai a quel che sente un contradaiolo nativo di Siena.
Posso immaginare solo vagamente cosa abbiano provato i contradaioli del Bruco, convinti per lunghissimi secondi di aver vinto, quando hanno visto uscire la bandiera della Selva. Posso cercare di capirlo ma, sentirlo, so che non lo sentirò mai come loro.
Posso dire soltanto che è il motore principale, ma uno dei motori dell’attività delle Contrade.

Non c’è attività equina in cui un cavallo sia trattato meglio, dalla selezione alla pensione. Perché i cavalli del Palio vanno in pensione, non è che se non sono più redditizi diventano colla o bistecche… e la pensione non è un box angusto.
Essere cavallo del Palio è l’attività più a basso rischio che può trovare un equino alla sua nascita.
In caso di problemi le Contrade intervengono, eccome, come nel caso dell’Onda con Ivanov.

È una giostra medievale che si è evoluta nel tempo, nella quale, con un cospicuo intervento della sorte, ogni Contrada tende a dimostrare il proprio valore.
Il Palio ha regole particolari, alcune sembrano sovvertire la tradizionale scala dei valori, ma in realtà questo sovvertimento apparente vale solo per la carriera. Le Contrade sono custodi di valori positivi.
Non è vero che sia solo una corsa a far perdere l’avversario. È vero che chi ce l’ha, non vuole che vinca. Ma quattro Contrade su diciassette l’avversario non ce l’hanno proprio: Drago, Bruco, Selva e Giraffa. E dati i risultati di quest’anno mi sembra che si vivano appieno la carriera, no?

La furia e l’ansia di trovare nemici o di coalizzare telespettatori contro un qualcosa da odiare (vero, TG2?), porta a cercare di eliminare qualcosa che mi sembra evidente che dia fastidio. Sì, potrebbe non essere il Palio a dare veramente fastidio, ma l’essenza della Contrada stessa, che è l’antitesi di quelle forze centrifughe ed egoistiche che vanno sempre più permeando la società di oggi.

E torniamo alle Contrade oltre il Palio.
Perché le Contrade vivono anche quando non corrono la carriera. Per esempio l’Onda è stata due anni fuori, non avendo corso nessuno dei tre pali del 2018. Ma non è che l’attività si sia fermata…
Lo spirito di Contrada è solidarietà, rapporti umani vicinanza un mondo in cui i problemi di uno sono di tutti, i dolori di uno di tutti, la gioia di uno fa gioire tutti. Un piccolo carico sulle proprie spalle allevia il pesantissimo fardello di uno. È una spina nel fianco di chi vorrebbe che la società fosse formata di persone-monadi, divise e tristi, chiuse nelle loro case in cui hanno tutto ma in realtà niente, tranne la possibilità di spendere.
Per me è stata una gioia trovare un’altra forza che concorre a spingere al bene.
L’accoglienza gratuita ricevuta è stata una gioia del cuore.

La Contrada organizza iniziative di crescita civile di impegno e di beneficenza. L’ultima solo in ordine di tempo è un crescente impegno di tutte e diciassette per sensibilizzare alla donazione di sangue, che è in calo sempre maggiore tra i giovani. Ma è solo un esempio.

La Contrada è una scintilla del miglior Medioevo che è giunta fino a noi. Con i suoi limiti, come tutte le cose umane, ma è una delle forze positive di cui ancora può valersi la società italiana. Che a qualcuno dia fastidio questo, ed attacchi il Palio per attaccare Siena e un modo di essere, non mi sorprende.

Faccio mie le parole di Massimo Castagnini, Priore dell’Onda.
“La cultura contradaiola è qualcosa di molto concreto, che significa relazioni tra le persone, impegno a dialogare, senso di responsabilità, riannodare un dialogo tra generazioni diverse e apparentemente lontane. […] È opportunità di rimettersi insieme e contribuire, ognuno per quanto potrà, alla costruzione di un bene indispensabile che appartiene a tutti noi.” (Cfr. Malborghetto, n.81).

Per questo, che amiate il Palio, che vi lasci indifferenti o che non vi garbi, tenete presente cosa c’è dietro alla carriera. E sono dei valori civili che non sarebbe male recuperare anche fuori Siena.
Evviva l’Onda.

Luca Schieppati

 

Foto arrivo: Palio di Siena (Facebook)

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