I Quattro Moschettieri, fedeli servitori dei reali francesi secondo la letteratura universalmente conosciuta, a volte escono dalla pagine dell’immortale libro di Dumas per continuare le loro avventure tra le umane genti. Infatti, dopo la fine della monarchia in Francia pare che si mettano a disposizione di chiunque abbia bisogno di loro per avventure  in cui si richieda lealtà e buonumore. Badate bene, senza l’uso delle  armi, che loro sono stanchi di guerre, e al  mondo ce ne sono di ben più letali delle loro invitte sciabole. Per questo un altro Re, di quelli che non abdicheranno mai, il Re Carnevale, li ha chiamati a raccolta nel regno che tutti gli anni invade nel mese di febbraio con allegria e spensieratezza: Viareggio.

I nostri eroi, all’immancabile grido “Tutti per uno e uno per tutti”, senza porre obiezione alcuna, si sono posti subito in marcia dalla loro attuale residenza sotto la celebre torre pendente a bordo dei loro cavalli-motore verso il litorale versiliese.

Uno dei quartieri locali dove il Reale si trova più a suo agio perché accolto meglio, com’è ampiamente risaputo, è senza dubbio la Darsena, e lì ha inviato i quattro fedeli non spadaccini affinché testimoniassero la rituale celebrazione del rito carnascialesco. I quattro eroici soggetti, armati solo di sorriso e una macchina fotografica, hanno documentato l’andamento di una serata delle quattro richieste dalla canonica liturgia.

Il Re, vedendo gli esiti, ha sorriso magnanimo. Viva Re Carnevale, allora! Ah, se governassi tutto l’anno come staremmo meglio tutti!

I Quattro Moschettieri

Foto di Guido Martinelli e Cosimo Acquaviva

Da sinistra: Porthos (Alessandro); Athos (Marina); Aramis (Guido); D’Artagnan (Cosimo)

 

 

 

 

 

 

 

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