Abbiamo già parlato dello scambio culturale in programma nella scorsa settimana dalle associazioni pisane “Il Gabbiano” e “Alma Pisarum APS” presso il paesino cuneense di Monterosso Grana, e ci sembra giusto raccontarne gli esiti grazie alle testimonianze dei due rappresentati pisani associativi Daniela Bertini e Alessio Niccolai.

Al suo arrivo la carovana “alfea” è stata accolta dall’ensemble provenzale con un delizioso banchetto in un piazzale in località Braida, dove hanno poi avuto luogo strette di mano e abbracci, la consegna dei presenti prima da parte dei singoli artisti pisani, quindi di Alma Pisarum APS collettivamente e infine delle tre compagini territoriali – rispettivamente OASI’S s.n.c. di Niccolini Lucia di Volterra, Birrificio La Staffetta di Calci e Ladylyonette Handmade di Vecchiano – che hanno deciso di inviare delle proprie “ambascerie” sotto forma di dono; è stata quindi srotolata e consegnata la bandiera del progetto Pisa d’Òc – Amics de l’Occitània, la lettera di saluti al Comune di Monterosso Grana da parte dell’Assessore Riccardo Buscemi del Comune di Pisa ed il materiale promozionale di Terre di Pisa di cui l’ente è recentemente divenuto membro.

Gli artisti pisani sono stati accolti e introdotti dal Corou de la Cevitou, che – come da consolidata tradizione corale – ha eseguito per primo un brano in lingua occitana nella suggestiva chiesa di Sancto Lucìo de Coumboscuro, gremita per l’evento in cartellone del Roumiage 2023. La Laica Schola Cantorum pisana condotta da Alessio Niccolai – musicista-compositore e Direttore Musicale del coro – si è esibita nel collaudato format Incontri di Voci, riadattato in occitano come “Rencontres de Votz” per mettere in scena un’alternanza di pièce corali polifoniche tratte dal repertorio del soundtrack, della musica leggera, della classica rivisitata, della popolare, del rock e della new age, e testi consegnati alla voce di Daniela Bertini, che per l’occasione si è cimentata in una apprezzatissima recitazione anche in lingua occitana e francese di opere di George R.R. Martin, Paul Valéry, Sylvia Plath, Gérard Pourhomme, Joachim Gasquet, Louisa Paulin, Marcela Delpastre e dello stesso Alessio Niccolai. Grande afflato quindi della formazione vocale pisana con il ben disposto pubblico locale, toccante il momento finale con l’esecuzione congiunta da parte dei due cori dell’inno occitano “Se chanto”, nostalgico canto dedicato alla patria, amore lontano celato dalle montagne.

In seguito la dislocazione dei coristi pisani nei vari appartamenti, messi generosamente a disposizione da un nutrito gruppo di corrispondenti occitani, quindi lo spostamento a Coumboscuro per la performance e la successiva partecipazione a tutte le vicissitudini del Roumiage 2023, non ultimo il partecipato flash mob di piazza, il grande falò rituale ed i frenetici balli al suo intorno a suon di ghironda, trombone, fisarmonica e tuba; la mattina di domenica 27 agosto,invece, partecipazione libera alla suggestiva “Messa degli Emigranti” cantata in provenzale da un coro parrocchiale locale in costume tradizionale, visita toccante e formativa all’Ecomuseo delle Terre del Castelmagno, quindi splendido momento conviviale nella località di Sempìe (Villa San Pietro), a suon di buon cibo, condivisione canora, emozioni diffuse e tanta voglia di rivedersi. Alla fine abbracci, nuove strette di mano e tante promesse di nuovi incontri: per il sodalizio “alfeo” anche già in occasione del Giugno Pisano 2024; nel frattempo, invece, anche un inaspettato invito informale – da parte del Sindaco di Monterosso Grana – a tornare nel comune piemontese in occasione della Festa Patronale di San Giacomo a luglio 2024.

Per Alessio Niccolai si è trattato della conclusione di un lungo percorso – interrotto dalle restrizioni pandemiche – iniziato con un’eMail al Museo Espaci Occitan di Dronero (CN) – comune non lontano gemellato con Castelnuovo di Garfagnana – e culminato in queste due intense giornate che – questo è l’augurio – segneranno l’inizio di una nuova fase nei rapporti fra due mondi che «a quanto pare non condividono soltanto le insegne cittadine, la Crotz de Tolosa e la Croce Pisana, ma, come minimo, la passione per la coralità, l’amicizia, la convivialità e la voglia di creare emozioni da vivere collettivamente con gioia fraterna e familiarità».

«Siamo venuti a Sempìe per imparare qualcosa, per osservare l’”alterità” allo specchio e comprendere ciò che i nostri ritmi insostenibili, il nostro correre in ogni dove senza una meta precisa e la sbornia tecnologica ci hanno fatto dimenticare: la nostra identità, le nostre radici, il senso di comunità che ci proietta verso l’avvenire senza rinunciare alla nostra memoria, la tradizione che ci rende accoglienti e disponibili a costruire ponti anziché a innalzare muri; è la lezione che ci porteremo nel cuore da queste terre in cui le mucche pascolano felici per gli alpeggi fornendo alla manifattura agricola il latte necessario a cagliare il miglior Castelmagno, da queste terre che – avendo conosciuto l’amarezza dello spopolamento – hanno preferito affollarsi delle magiche creature della “Fata del Cuc” piuttosto che rassegnarsi all’abbandono: la semplicità, il bene comune, il senso della collettività, la disponibilità verso il prossimo pervasa di amor proprio e patrio, la caparbietà e quell’indomita capacità di non darsi per vinti che è propria delle genti di montagna», ha ricordato il Direttore Musicale di Alma Pisarum Choir.Insomma, la prima eccellente applicazione del motto di un’associazione giovanissima: «Nemo Separet Quod Musica Conjunxit».

Ottima esperienza da segnalare auspicando che continui e migliori negli anni.

 

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