È notorio che nel nostro Paese, abitato da numerosi estrosi e creativi artisti, si ami più scriverli che leggerli i libri. Per questo motivo la vita delle case editrici in generale e delle piccole in particolare, è assai ardua e difficile, per cui chi riesce a veleggiare per decenni in questo mare periglioso merita di essere lodato e ringraziato.

Mi riferisco alla casa editrice “Il Foglio Letterario” di Piombino (Livorno) che quest’anno festeggia i venticinque anni di attività. Ho avuto modo di conoscere questa realtà in una lontana edizione della bella manifestazione dedicata proprio alla piccola editoria, “Book Festival” di Pisa, e di aver così potuto apprezzare la ricchezza e la diversità delle sue proposte editoriali. Quindi, dopo aver appreso, per caso, la ricorrenza, ho pensato di andare a ricercare il suo fondatore e artefice principale, Gordiano Lupi, per farmi raccontare qualcosa sulla sua creatura.

Signor Gordiano Lupi, come dico sempre a  tutti, si presenti.

“Sono un piccolo scrittore che nel 1999 ha creato dal niente una rivista e una casa editrice indipendente. Credo nel valore della scrittura come passione e non come ricerca del successo e modo per assecondare il mercato. Ho pubblicato mille libri in 25 anni, come editore, molti come autore anche per altri editori, senza badare mai a che cosa potesse rappresentare un successo commerciale, ma guardando soltanto alla mia idea di letteratura”.

Quando e perché è nato il Foglio Letterario?

“Come detto, a maggio del 1999, prima come rivista letteraria, poi come casa editrice che pubblicava supplementi librari; già nel 2003 abbiamo avuto un autore selezionato al Premio Strega, negli 11 finalisti, a Benevento: Wilson Saba, con “Sole & Baleno” (adesso Bompiani)”.

Cosa vi distingue rispetto alle altre case editrici?

“La passione e il totale disinteresse per il mercato”.

Quali sono i suoi principali collaboratori?

“Vincenzo Trama dirige la rivista storica www.ilfoglioletterario.it e la collana Librida; Rocco Rosignali dirige la collana Musica; Cristina De Vita dirige la collana Poesia; Patrizio Avella cura il marketing e la comunicazione; Dargys Ciberio si occupa di vendite e del settore commerciale; Antonio Messina cura il blog e l’ufficio stampa; Stefano Tamburini dovrebbe dirigere una futura collana sportiva;  Patrizia Lessi e Ado Grilli curano presentazioni ed eventi… spero di non aver dimenticato nessuno”.

 Quali sono le zone della Toscana dove siete maggiormente presenti?

“Tutta la Maremma e la provincia di Livorno, ma siamo presenti on line ovunque con una distribuzione capillare curata da Libroco e Terminal: Amazon, IBS, Mondadori, Feltrinelli, Libreria Universitaria …”

Tra i 1000 libri da voi pubblicati ce ne sono alcuni che ama ricordare?

“Ho già ricordato Wilson Saba finalista allo Strega, posso aggiungere i primi due libri di Sacha Naspini, adesso autore E/O tradotto in tutto il mondo, che sono “I sassi” e “L’ingrato”. “Masterchef Pellegrino Artusi. L’arte di mangiar bene in Toscana” di Patrice Avella. Infine “Il divoratore” di Lorenza Ghinelli, altra mia scoperta, pure se non lo dice nessuno, non fa fico essere stati scoperti da Gordiano Lupi, non sono Giulio Mozzi.  Tutti i nostri libri hanno un perché di pubblicazione, che esula dal valore commerciale”.

Che criteri seguite per scegliere i libri da pubblicare e quanti ne pubblicate all’anno?

“Pubblichiamo circa 2 libri al mese, privilegiamo narrativa che abbia come teatro la nostra zona di Toscana e narrativa di giovani autori con uno stile fluido e scorrevole, senza troppa innovazione. I criteri sono crociani: contenuto e forma. Per la saggistica cerchiamo di colmare i vuoti lasciati aperti dalla grande editoria. Per la poesia cerchiamo proposte in sintonia con un gusto estetico tradizionale”.

Quali sono alcune delle vostre ultime pubblicazioni che consigliate di acquistare?

 “Il romanzo “Ruggine” di Alessandro Bosi, ambientato a Capoliveri; i saggi di Stefano Tamburini (“Il prezzo da pagare” e “Beati, dannati e sogni truccati”), libri sullo sport che vanno oltre lo sport e parlano di diritti umani; l’ultimo lavoro di poesia di Zoé Valdés, grande scrittrice cubana: “Anatomia dello sguardo”. E tutti gli altri”.

 

Gli autori, per farsi pubblicare da voi, come devono comportarsi?

 “Devono conoscere il nostro programma ed essere in sintonia con quel che facciamo e condividere come lo facciamo”.

Dal suo punto di vista, come valuta situazione attuale dell’editoria italiana?

“Penosa. Ben sintetizzata da una vignetta che allego, disegnata da Enrico Guerrini e scritta da me. Si pubblicano fenomeni editoriali e scrittori da salotto, che devono sapersi vendere, la qualità della scrittura viene solo in un secondo tempo. Per fortuna restano alcuni autori importanti del passato (Starnone, De Luca e altri)”

Quali sono le prospettive del Foglio Letterario per il futuro?

“Sopravvivere (lo facciamo dal 1999) continuando a non piegarsi alla logica del mercato e cercando di far capire chi siamo. Due cose, entrambe, molto complicate”.

Dopo queste parole non si può non ringraziare Gordiano Lupi per la sua disponibilità, fargli i complimenti per la coerenza, la competenza e la tenacia con cui ha svolto il suo lavoro di editore per un quarto di secolo, e porgergli i migliori auguri per i prossimi decenni.

Guido Martinelli

Foto: Edizioni Il Foglio Letterario

 

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