Paolo Lazzari

Notti di mezza estate e nessun sogno possibile. Del resto dormire diventa impresa titanica per i residenti dei centri storici in alcune delle più importanti città toscane: Firenze, of course, ma anche Pisa e Lucca. La mala movida – termine destinato a fabbricare brividi tra gli accademici della Crusca, ma che presta concretezza all’immagine – imperversa priva di argini e senza che sia concesso scorgere possibilità di redenzione. Le serate dei più giovani trascorrono infinite tra i locali, propaggine senza soluzione di continuità dopo mesi agli arresti domiciliari a causa del virus: nulla di male, non fosse che il buonsenso, l’educazione e il rispetto del prossimo assurgono sovente a valori sfumati tra le nebbie dell’alcol. Vietato generalizzare, certo: tuttavia il quadro affrescato non solo da chi vive nei centri, ma anche dagli stessi gestori di bar, ristoranti e pizzerie, pare assumere tinte fosche all’unanimità.

Il caso più altisonante è quello di Firenze: qui è addirittura allo studio una colletta tra chi vive e lavora in alcuni quartieri – la zona di piazza Santo Spirito è in cima alla lista – per smantellare il fenomeno dell’orinatoio a cielo aperto: “Non ne possiamo più – commenta l’autodefinito Gruppo dell’ottimismo – perché se è vero che molti di questi giovani frequentano i nostri locali, è altrettanto palese che i controlli latitano e che non possiamo essere noi responsabili per quello che fanno oltre la nostra soglia. Servono evidentemente più bagni pubblici, perché in troppi si fermano agli angoli delle strade per espletare le proprie funzioni fisiologiche: potete immaginare il risultato”. Dalle finestre più alte partono a getto costante eroici gavettoni di acqua gelata, ma la contromisura non è sufficiente: “Non è solo per l’urina – commentano due residenti, stavolta della zona di Santa Croce – che è già di per sé un fenomeno disgustoso. Qui non si dorme più: grida, schiamazzi, cori da stadio fino alla quattro del mattino. I vigili dove sono in tutto questo? Li vediamo passare una volta per sera, ma appena se ne vanno ricomincia tutto come prima”. Al mattino poi, viene ulteriormente strutturata la protesta, ecco che si staglia uno spettacolo indecoroso: vetri di bottiglia, cartacce, sigarette e sporcizia più o meno ovunque.

Va leggermente meglio a Pisa: nella città della torre il Comune si è affidato a stewards per ogni singola piazza, in modo da provare a limitare l’afflusso, l’assembramento – ormai la situazione a livello globale è giunta al “liberi tutti” – e dunque il caos. Facile a dirsi, fino a quando – è successo una manciata di giorni fa in piazza delle Vettovaglie – lo stesso steward all’ingresso non si becca una bottigliata in piena fronte per il solo fatto di aver negato l’ingresso in una piazza già satura. La parziale assenza di studenti in questo periodo mitiga notevolmente il fenomeno, ma restano comunque alcune zone più problematiche e, anche qui, il problema dei bisogni all’esterno si fa sentire. “I bagni pubblici certo non sono belli da vedere – commenta una residente – ma in mancanza di altro ci sembrano l’unica soluzione. Inoltre servirebbero maggiori controlli: alcuni locali restano aperti oltre la soglia consentita e gli avventori continuano a fare rumore fino a tardi”.

Un fenomeno più tenue, quest’ultimo, ma presente anche nella signorile Lucca: “Sappiamo bene – commenta il gestore di uno storico bar a due passi dalla centralissima piazza San Michele, che alcuni nostri colleghi oltrepassano sistematicamente l’orario di chiusura. Il risultato? Tutti si spostano in una certa zona del centro all’unisono, creando confusione. Questa si chiama concorrenza sleale e chi crede di essere più furbo degli altri – ammonisce – sappia che i vigili sono già stati informati”. Nella città murata, poi, esistono associazioni di residenti che conducono battaglie infinite: famoso è il caso di Vivere il centro storico, che ebbe da ridire con il Comune perché in epoca di totale deserto a causa del Covid i locali di piazza Anfiteatro avevano lasciato i tavolini all’esterno, permettendo così ad una manciata di persone per sera di sedersi e parlare. Non è difficile dunque immaginare come possa essersi alzata l’asticella della protesta oggi, con la città davvero presa pacificamente d’assalto dai più giovani ogni weekend: i disagi, comunque, appaiono qui davvero contenuti.

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