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Pisa, la rotonda intitolata a un ex deputato del Msi riporta indietro le lancette della storia

- Politica
21 Ottobre 2019

Ha fatto molto discutere la decisione del Comune di Pisa di intitolare una rotatoria a Giuseppe (Beppe) Niccolai, parlamentare del Movimento sociale italiano, scomparso nel 1989, nove giorni prima che crollasse il Muro di Berlino. A dire il vero sono tre i politici ricordati dalla Giunta pisana: un democristiano (Carlo Ciucci), un comunista (Giuseppe De Felice) e un missino (il sopracitato Niccolai). Questa scelta toponomastica quasi ecumenica (per esserlo fino in fondo mancherebbero all’appello i socialisti, i repubblicani, i liberali e magari anche i radicali) non ha placato la rabbia di una parte della sinistra pisana, che riferendosi all’omaggio reso a Niccolai ha parlato di “vergogna intollerabile“.

Perché questa contrarietà? “Da giovane studente – argomenta la lista Diritti in Comune – accorse volontario a combattere nell’esercito fascista a fianco dei nazisti per difendere la Libia, colonia italiana, dall’avanzata degli anglo-americani; che venne poi imprigionato negli Stati Uniti in un campo di detenzione dedicato ai fascisti incalliti, da dove uscì grazie all’amnistia firmata da Togliatti; che per tutta la vita non si è mai pentito di essere fascista e anzi ha approfittato degli spazi democratici garantiti dall’ordinamento costituzionale per continuare a fare una propaganda fascista profondamente antidemocratica”.

Dopo aver duramente criticato la sua attività di parlamentare (fu deputato dal 1968 al 1976), Diritti in comune ricorda anche un altro episodio rimasto scolpito nella memoria storica pisana. “Un comizio voluto dallo stesso Niccolai il 5 maggio 1972, due giorni dopo un attentato fascista, fu la causa scatenante delle manifestazioni in cui il 23enne Franco Serantini venne picchiato e arrestato dalla polizia e lasciato morire tra le mura delle istituzioni statali. Quale messaggio si vuole dare – si domanda Diritti in Comune – intitolando una rotatoria a una persona che ha provato per tutta la sua vita a difendere il fascismo e a sostenere che il fascismo non è stato un regime dittatoriale colpevole dei peggiori crimini? Per cosa davvero deve essere ricordato Niccolai dai pisani? Attendiamo risposte concrete”.

Un ritaglio di Lotta Continua (da www.beppeniccolai.org)

La risposta arriva da Fratelli d’Italia, che con l’assessore Filippo Bedini è stato uno dei maggiori promotori dell’iniziativa: “Niccolai è stato uno dei più grandi politici italiani del secondo Novecento. Nel 2013 il sindaco Filippeschi, in modo arbitrario e arrogante, prevaricando la volontà del Consiglio che aveva votato la mozione, disse no all’intitolazione della rotonda, paventando il rischio di una ‘deriva antidemocratica’ a Pisa. Ecco perché si è arrivati al pronunciamento della Giunta attuale, che restituisce dignità ai pronunciamenti ufficiali del Consiglio Comunale”.

“Stupisce – prosegue FdI – che a gridare allo scandalo siano, con atteggiamento schizofrenico, proprio coloro che in aula fanno continuamente, e giustamente, appello alla ‘sacralità’ dei pronunciamenti del Consiglio Comunale. Si chiama ‘democrazia a intermittenza’, ma sono solo reazioni scomposte che dimostrano, se ce ne fosse stato ancora bisogno, l’incapacità e l’immaturità di certa sinistra di fare i conti col passato e con le proprie debolezze. Ogni volta che perde terreno a livello di consenso tira fuori lo spettro del fascismo, col limite insuperato di non saper storicizzare un periodo che, gli piaccia o no, fa parte della vita della nostra Patria. Fratelli d’Italia – si legge ancora in una nota – oltre all’orgoglio per esser stato il promotore dell’intitolazione a Niccolai di un luogo di Pisa, celebrerà, nelle prossime settimane, con un evento di ricordo e approfondimento il trentennale della scomparsa di ‘Beppe'”.

Molto dure, su Facebook, le parole con cui Diego Petrucci, esponente della destra pisana nonché sindaco di Abetone Cutigliano (Pistoia), prende di mira un articolo uscito su Il Tirreno:

Di fronte a questo articolo, da parte di chi prova (adesso per fortuna è solo un tentativo) a seminare odio per gonfiare il portafoglio del proprio datore di lavoro, io penso si debba rispondere SOLTANTO smettendo non solo di comprare il Tirreno ed invitando tutti i nostri amici a fare altrettanto, ma smettendo proprio di parlare con certi giornalisti!!! L’on. Niccolai, con buona pace del sig. Marcacci, era amato da migliaia di persone e stimato da tutti, compreso dai suoi avversari, rispettato anche dai suoi nemici.

Leggi “Beppe Niccolai, il sogno impossibile del missino eretico”, di Marcello Veneziani

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Giornalista.

1 Commento
    Ag

    Follia discutere ancora di queste cose dopo 70 anni.
    Il territorio ha bisogno di ben altro.

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