Il caso scoppiò nel giugno 2020, quando il 24enne Matteo Valdambrini, studente di Economia, fu arrestato con l’accusa di aver dato vita ad una setta satanica costringendo alcuni ragazzi molto giovani, alcuni addirittura minorenni, a subire atti sessuali, con un contorno di minacce e violenze fisiche e psicologiche di vario tipo. Complessivamente le vittime erano tredici. Ora è arrivata la condanna del tribunale di Prato, dopo il processo avvenuto con rito abbreviato: sei anni di carcere. Stessa pena chiesta dal pubblico ministero. A cinque delle vittime va un risarcimento che, complessivamente, raggiunge il valore di 33mila euro.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti gli adepti della “setta” erano talmente suggestionati al punto di arrivare ad attribuire al loro capo dei poteri magici, o quasi. Come ad esempio essersi risvegliato dopo che era morto strangolato. Il fine a cui Valdambrini diceva di essere destinato era addirittura quello di “salvare il mondo”, aiutato in questo compito dai “prescelti”, cioè le sue vittime.

A far partire le indagini erano state le segnalazioni di alcuni genitori, preoccupati del comportamento strano dei loro figli. Dai loro racconti era emerso uno spaccato davvero inquietante che, con il prosieguo delle indagini, aveva squarciato un velo sulle malefatte del Valdambrini.

I seguaci dello studente di Prato si ritrovavano preferibilmente in luoghi appartati, come ad esempio un ex ospedale psichiatrico di Firenze, Villa Sbertoli a Pistoia o Villa Cicognini a Prato.

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