Riduzione in schiavitù, pornografia minorile e violenza sessuale nei confronti di più persone. Il quadro che emerge da un’inchiesta della procura di Firenze è davvero inquietante. Uno studente 23enne di Montemurlo (Prato), considerato a capo di una setta satanica e accusato dei reati sopra citati, è finito in manette. Gli inquirenti gli contestano diversi episodi, tredici in tutto, che si sarebbero svolti durante alcune sedute spiritiche. In quelle occasioni sarebbero avvenute le violenze sessuali nei confronti delle vittime.

Il capo della setta, che si faceva chiamare “il Diavolo“, prometteva di realizzare i desideri dei ragazzi di cui si attorniava, spingendoli a partecipare ad alcuni rituali e inducendoli alla cieca obbedienza e totale accondiscendenza. Poi faceva scattare dei meccanismi di sudditanza psicologica, convincendo le sue vittime che i loro familiari fossero a rischio e, proprio per evitare sciagure, veniva richiesto loro un sacrificio. In questo modo, facendo leva sulla debolezza e l’ignoranza delle sue prede, riusciva a consumare rapporti sessuali. Le riunioni della setta si sarebbero svolte in tre luoghi diversi di Prato: nel parco di Galceti, nella zona di Galciana e vicino al cinema multisala  a Parco Prato.

L’indagine era partita nell’aprile 2019 dopo la denuncia della mamma di due delle vittime, di 17 e 18 anni. La donna si era rivolta a uno sportello di aiuto psicologico notando lo strano cambiamento di comportamento dei propri figli e il fatto che gli avessero detto di partecipare a degli incontri nei boschi. Basandosi sulle testimonianze fornite dalle vittime e gli accertamenti effettuati sul traffico telefonico e i profili social dell’indagato, gli inquirenti hanno ricostruito un contesto di soggezione indotta mediante inganno, minacce e violenza. Il capo aveva fatto credere ai membri del gruppo di essere dei prescelti, con un’identità sovrannaturale in una vita precedente (Amon, Atena, Banshee, Aracne, Eva, le Sette Furie, Ares) e che avevano una precisa missione, salvare il mondo. In un contesto da film fantasy, animato da vampiri e lupi mannari, il capo convinceva gli adepti a stipulare un patto con il diavolo, in base al quale gli dovevano essere fedeli e mantenere il segreto per evitare disgrazie e sofferenze a sé e alle proprie famiglie.

Ai giovani prometteva che, seguendo i suoi precetti, avrebbero potuto acquisire gli stessi suoi poteri sovrannaturali. Per dimostrare di essere immortale il 23enne una volta si sarebbe fatto stringere il collo con le mani da un fidato appartenente al gruppo, cadendo poi a terra e fingendosi morto, fino a quando non si sarebbe rialzato rimettendo a posto l’osso del collo e la trachea. La setta aveva alcuni rituali magici: premere con forza l’indice sull’occhio degli adepti; dare dei morsi sulle braccia facendo uscire il sangue; afferrare la testa premendo con forza sulle tempie; far inalare incensi e cristalli; farsi inviare, via Whatsapp, le immagini di corpi nudi facendo credere che le foto sarebbero state viste da un’entità cibernetica chiamata “Hydra”; costringerli, con violenza e minacce di morte, estese anche ai familiari, a subire rapporti sessuali. Gli adepti si trovavano in una condizioni di totale sudditanza nei confronti dell’indagato. Alcune vittime erano state attratte dalla promessa di sbloccare le loro potenzialità e di poter risolvere i loro problemi di isolamento, solitudine e, in alcuni casi, anche depressione.

Creata nel settembre 2015 la setta sarebbe andata avanti, svolgendo i propri riti propiziatori, fino al febbraio scorso. In cinque anni avrebbe avuto una ventina di adepti, con un’età tra i 14 e i 21 anni, tutti della provincia di Prato.

 

 

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