– Gabriele Masotti –

Ennesima riprova che il mondo è dei furbi, e soprattutto che io faccio parte della schiera dei bischeri. Piccolo albergo della costa toscana, area reception: si presenta per il checkout un 50enne con tuta da motociclista, fisico asciutto, foulard al collo, occhiali da sole e aria di quello che vuol farti vedere che ne ha fatte tante. La receptionist gli riepiloga il conteggio delle spese, compreso l’ombrellone in spiaggia.

“Dunque, per l’ombrellone sono tre giorni…”

Il tipo la interrompe: “In realtà due e mezzo perché uno siam venuti via che era brutto tempo”: si leva il raybanone e la guarda fissa.

La receptionist indugia qualche secondo, poi forse intimorita da quello sguardaccio da rider, abbozza: “Beh, allora facciamo 10 euro anziché 20”.

Il tipo si gira e mi guarda compiaciuto.

Guardo quella faccia a pedate nei denti e penso: anch’io, il giorno prima son venuto via dal mare alle 15 perché c’era un vento che portava via, ma non mi sono nemmeno sognato di farmi scalare qualcosa (che c’entrano, quelli dell’albergo, se si leva il maestrale sodo e diaccio? mah…).

Penso che lì fuori c’è parcheggiata in bella vista una moto BMW-K1600-e-qualche-cosa, che ha la metà delle ruote della mia Dacia Sandero, ma costa il doppio.

Penso che il giorno prima mi ero presentato alla reception col pomello della porta della camera in mano, perché era attaccato con lo sputo, e il manutentore è tornato di corsa da casa sua per riattaccarlo, e mi sono quasi commosso e alla fine gli ho anche dato dieci euro: “È una sciocchezza, ma prendili e bevici l’aperitivo alla mia e alla tua salute”.

Penso a tutto questo e sì, confermo: il bischero sono io e il mondo è di chi porta il fulàr al collo, c’ha i reibanoni, la moto che pare un camper, e guarda fisse le receptionist intimorendole.

Gabriele Masotti

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