L’appuntamento prenatalizio della stagione annuale del Verdi pisano ha visto la presenza sull’importante palco di due grandi ed esperti attori della scena nazionale del calibro di Franco Branciaroli e Umberto Orsini. La pièce rappresentata era un classico del grande drammaturgo e sceneggiatore statunitense Marvin Neil Simon (1927-2018), ovvero “I Ragazzi Irresistibili”, debuttata per la prima volta a Broadway nel 1972 grazie alla regia di Alan Arkin. Ripresa, in molte occasioni successive e con reiterato successo, da interpreti del calibro di Jack Klugman, Tony Randall e Danny De Vito, nel 1975 ebbe anche una fortunata trasposizione cinematografica guidata dal regista Herbert Ross e interpretata da Walter Matthau e George Burns, che raccolse Oscar e Golden Globe.

I due ragazzi irresistibili, che Simon scrisse ispirandosi alle gesta di una famosa coppia di attori del vaudeville composta da Joe Smith e Charles Dale, sono lo scorbutico Willy Clark e il suo più quieto compagno Al Lewis. I due si sono separati dopo anni di trionfi soprattutto per opera di Clark che sosteneva che il compagno gli sputasse addosso quando declamava battute piene di “s” e gli “picchiettasse” il petto con il dito in un modo troppo violento. L’affezionato nipote manager di Willy riesce a procurare ai due ragazzi irresistibili l’occasione di ripresentare in un programma televisivo il loro sketch del dottore, vero e proprio cavallo di battaglia del duo, convincendoli a provare a superare gli antichi contrasti. Nonostante i buoni propositi dei due litiganti il tentativo fallisce miseramente proprio negli studi televisivi per i soliti, banali, motivi che stavolta provocano a Willy persino un infarto che lo costringerà a chiudere per sempre con le attività artistiche. Costretto a casa per curarsi, l’infartuato riceve la visita dell’amico e, nonostante gli immancabili battibecchi,  trovano un momento di pacificazione ed unione rievocando i loro passati trionfi artistici nei principali teatri della nazione.

Uno spaccato di vita teatrale ben descritta attraverso gli scontri egocentrici dei due personaggi venato dalla malinconia per il tempo che passa in modo da non lasciare certo insensibili coloro che avvertono i morsi del dio Cronos farsi sempre più solleciti. Aleggia nell’opera un ’atmosfera più riflessiva che giocosa anche se non priva di momenti ilari grazie alla immensa abilità del geniale commediografo nella creazione di dialoghi sempre brillanti e ficcanti.

La recitazione di due grandi maestri come Orsini e Branciaroli nel presentare i due amici-nemici non va mai oltre le righe attraverso due stili recitativi  diversi ma integrati e una presenza scenica sobria ed elegante. Sicuramente ha aiutato i due attori a trovare la giusta misura interpretativa l’apporto registico di un altro grande interprete come Massimo Popolizio, attento a non tradire gli umori e i sapori dell’opera simoniana.

Il cast è completato da ottimi interpreti del calibro di Flavio Fanuci nelle vesti del bravo nipote Ben, di Chiara Stoppa perfetta infermiera di Clark, di Eros Pascale efficace suggeritore televisivo, di Emanuela Saccardi azzeccata interprete dell’infermiera scioccherellina dello sketch.

Le scene, i costumi, le luci e il suono sono stati curati, rispettivamente, da Maurizio Balò, Gianluca Sbicca, Carlo Pediani e Alessandro Saviozzi.

Lo spettacolo è frutto di una coproduzione del Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Orsini Teatro Biondo Palermo, in collaborazione con Amat (Associazione Marchigiana Attività Teatrali) e Comune di Fabriano.

La risposta finale del pubblico di fronte ad una simile proposta così efficace e ben proposta non poteva essere che molto positiva, con ripetute salve di applausi.

Guido Martinelli

 

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