Ilaria Clara Urciuoli

Galileo si spoglia del vestito con cui solitamente era ritratto e indossa un abito più moderno. A farlo non è ovviamente lo scienziato che riposa nella paradisiaca cornice di Santa Croce senza il suo dito medio (che resta nel mondo dei vivi come reliquia e monito custodito a pochi passi dall’Arno) ma il suo museo che quella reliquia conserva insieme a tanti oggetti che ci permettono di apprezzare i passi compiuti dalla scienza, ripercorrendone una storia affascinante fatta di accelerazioni e rallentamenti attraverso gli strumenti esposti. Il nuovo allestimento è stato recentemente inaugurato alla presenza della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il cui ministero ha finanziato l’80% della spesa complessiva.

In occasione dei 400 anni dalla pubblicazione de “Il Saggiatore” il Museo Galileo Galilei di Firenze realizza al pian terreno alcuni cambiamenti nell’ottica di rendere maggiormente fruibile e godibile il patrimonio conservato ed esposto. A supportare in questo obiettivo una sala multimediale (attraverso la quale esplorare alcune delle numerose applicazioni web realizzate dal Laboratorio multimediale) e una interattiva con le repliche di alcuni strumenti grazie ai quali i visitatori possono sperimentare i principi della fisica e della meccanica.

Trovano spazio nel nuovo allestimento anche diversi orologi, da torre, da tavolo e da parete, e tra questi la ricostruzione dell’orologio (disperso) che era posto sulla facciata di Palazzo Vecchio. I cambiamenti non sono solo fisici ma anche digitali: l’app gratuita “Museo Galileo” permette di conoscere gli strumenti contenuti in collezione ed è consultabile online la rivista del Museo Galileo, “Galilaeana”. Inoltre grazie a un QRcode possiamo scaricare una guida a fumetti per coinvolgere anche i visitatori più piccoli.

Le novità ci seguono anche fuori dal museo, lungo la città, attraverso i percorsi della scienza da consultare scaricando l’app Useeum e quindi cercando “Firenze – percorsi della scienza”. Qui troveremo 6 diversi tragitti attraverso i quali scoprire una città che si muove anche oltre l’arte e che abbraccia la scienza.

Ilaria Clara Urciuoli

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