Una delle più famose e iconiche frasi di Nanni Moretti è quel “le parole sono importanti” che lui stesso gridava contro un’attonita Mariella Valentini in “Palombella Rossa”. Ma restando sul solito tema potrei citare un noto aforisma attribuito addirittura a Buddha: “Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo”. Espressioni che in qualche modo, si conciliano con lo spettacolo visto domenica scorsa al Teatro “Rossini” di Pontasserchio (Pisa). Li è andata in scena la performance “Zibaldone Esistenziale”, a cura del gruppo Teatro e Cittadinanza Liberi di.. in cui è stato rappresentato un testo di Pierantonio Pardi, autore al suo debutto drammaturgico ma ben noto nel panorama letterario pisano e nazionale al punto che alcuni suoi brani si trovano nelle principali antologie scolastiche per le scuole medie.

Ex-docente di letteratura alle scuole superiori, e quindi esperto della materia, Pardi ha preso spunto dallo Zibaldone del classico Giacomino leopardiano, che constava più di 4000 pagine, dove vi trovano posto una massa indistinta di appunti, riflessioni e aforismi scritti dal poeta recanatese tra il 1817 e il 1832 e pubblicati postumi. L’autore pisano ma di discendenze vecchianesi come il suo quasi coetaneo Tabucchi, ha seguito le mosse del suo illustre precessore volando, in modalità pindarica, tra le varie stazioni di un percorso che si snodava in una scena ricolma di sedie e libri  sparsi in disordine curato e apparentemente illogico, come le parole che gli attori estraevano a terra dai volumi. In questo modo sono stati  toccati temi, sentimenti, sensazioni, idee, sogni, speranze patrimonio comune della nostra vita di animaletti divenuti pensanti e senzienti dopo un lungo percorso evolutivo in questo pianetino, sempre più piccolo e ostico per chi vorrebbe portare le proprie aspirazioni ai massimi livelli possibili.

Ne è scaturito un breve ma delizioso viaggio in cui, come in un percorso mentale ad associazioni libere, tutti gli astanti hanno avuto il privilegio di toccare, ripensare, rivivere incontri e luoghi cari alla propria vita, quelli più vicini al cuore, come quelli utopici e sentimentali per esempio, facendo sentire tutti meno soli e più dotati di senso. Oltre a ribadire con forza che senza letteratura l’umanità sarebbe un’ immensa selva piena di alberi secchi e scuri, privi di colore e  luce, di voce e azione logica.

Il merito di questa minuscola, prodigiosa performance, va comunque diviso, in parti eque, tra la drammaturgia e la messa in scena.

I quattordici “cittadini”, come si sono definiti coloro che erano in scena, in quest’opera assolutamente corale, si sono mossi in perfetto sincrono come un corpo unico, e ognuno ha messo il proprio apporto al servizio dell’opera, con grande padronanza gestuale e recitativa, tempi tecnici perfetti, dizione ed espressione precisa e priva di sbavature. Forse sono stati anche un po’ agevolati  dalla mancanza degli “orpelli”, a volte impegnativi e ostici, richiesti a chi interpreta dei personaggi, ma sicuramente dall’esperienza di quasi dieci anni di attività che li hanno resi tutti credibili, convincenti e coinvolgenti: degli ottimi cittadini-attori.

Merito, ovviamente, della sapienza di chi li guida da quasi due lustri. Ovvero di Letizia Pardi e Fabrizio Cassanelli, una coppia di attori-registi-organizzatori teatrali che per decine di anni ha guidato, sia pur con altri ma con specifiche ed autonome responsabilità, le attività teatrali del Teatro Politeama di Cascina facendolo diventare uno dei centri di produzione teatrale nazionale più attivi e formativi. Senza piaggeria credo che si possano definire due vere autorità  in materia.

Insomma, si è trattato proprio di un bel momento artistico e umano che ha lasciato riflessioni, rimpianti, ricordi, pensieri a briglia sciolta, e anche per gratitudine è giusto ricordare tutti coloro che lo hanno realizzato dopo mesi di intenso e proficuo lavoro: Marco Bargiani, Giovanna Cantini, Donatella Carnasciali, Miriam Celoni, Ciro Cetara, Leila D’Angelo, Sara Fagni, Emilia Garruto, Maria Letizia Giannessi, Massimina Gigante, Roberto Lenzi, Francesca Mirri, Giovanna Piccione, Nadia Scarpellini. Fonica e luci di Antonio Vettraino. Sostegno del Circolo Arci-Campo.

Alla prossima fatica, allora, con la speranza che non lasci disattese le speranze e le aspettative per un altro momento nuovamente interessante e denso di contenuti utili per tutti. Perché senza i sogni che sviluppa il teatro saremmo tutti più poveri e soli.

Guido Martinelli

 

 

 

Scrivi un commento