Dopo due concerti introduttivi è iniziata la decima edizione del Festival Internazionale di musica classica organizzato dall’associazione Fanny Mendelssohn, che la nostra testata segue da alcuni anni. Nel corso di questo lasso di tempo Fanny ha realizzato ben 123 concerti con centinaia di straordinari musicisti provenienti da 28 nazioni e 3 continenti.
La sede di questo evento iniziale è stata la bella Villa Poschi di Pugnano, nel Comune di San Giuliano Terme. Uno dei punti forti di questo festival sono alcuni dei luoghi in cui si svolgono i concerti, ovvero alcune delle più belle ville antiche del pisano grazie alla collaborazione con l’associazione Adsi (Associazione Dimore Storiche) come ha ricordato la delegata associativa Michelle Kinsky presente alla serata. Villa Poschi, costruita nel 1791 dal nobile pisano Vincenzo Poschi con l’intento di migliorare questa sua dimora di campagna seicentesca, è disposta su tre piani con tanto di repertori iconografici di valore di Luigi Ponchi, Giovanni Corucci e Giuseppe Natilli.
Ovviamente, per durare così a lungo questo Festival ha avuto bisogno della passione e della competenza della direttrice Artistica Sandra Landini,ben coadiuvata dalla collega Francesca Amato, e da altri validi collaboratori. Il programma musicale di questa prima serata ufficiale è stato, ancora una volta, di alta qualità internazionale.
Si è infatti esibito un duo italo-finlandese composto dall’arpista Floraleda Sacchi e dalla violinista Linda Hedlund. L’italiana Sacchi è anche compositrice e produttrice nonché componente della nuova generazione di musicisti d’avanguardia che utilizzano la tecnologia e i nuovi media con il linguaggio classico riuscendo ad avere ascolti streaming in tutto il mondo, dove comunque si è esibita anche nei principali festival e sale più importanti. La collega finnica Hedlund si è laureata all’Università di Musica e Arti dello Spettacolo di Vienna nel 2002 , vincendo successivamente molti prestigiosi concorsi europei e lavorando come primo violino in mezzo mondo.
Il programma della serata di questo riuscito connubio tra due strumenti, già in partenza molto suggestivi ed evocativi, è iniziato con il brano Aria del compositore francese E. Bozza (1905-1991), curiosamente tipico del repertorio dei sassofonisti e rieccheggiante lo stile di Bach. È stata la volta, inoltre, di altri grandi autori francesi con brani adatti proprio a questi due strumenti come C. Saint Saens (1835-1921) con l’andante con moto di Fantaisie op. 124, e J.Massenet (1842-1912) con Meditation from Thais,breve intermezzo sinfonico della sua opera incentrata sulla figura della cortigiana Tahis, definito dall’autore “andante religioso” in quanto si vuole così contribuire a riportare questa donna devota a Venere tra le braccia di Dio.
Si sono succeduti una serie di brani della tradizione tangheira, un genere musicale tra l’altro molto apprezzato dalla maggior parte dei musicisti del Festival che ne hanno inserito i più noti brani nei loro programmi, con autori come I. Albeniz (1860-1909) con il suo Tango op.164 n. 2 (arr.Kreisler), l’immortale C.Gardel (1890-1935) con il noto Por una cabeza, riferito al termine ippico per una incollatura, dove il testo di Alfredo La Pera, ovviamente assente in questa versione, parla di uno scommettitore di corse di cavalli che paragona la sua ludopatia con l’attrazione verso le donne. A questo punto non potevano essere tralasciati altri pezzi da novanta della tradizione argentina come il compositore A. Ginastera (1916-1983) con la sua breve ma apprezzata milonga dal sapore ecologista Cancion al albor del olvido e l’immancabile, eterno, unico Astor Piazzolla. Dell’autore di lontane origini italiche, le due virtuose esecutrici hanno deliziato la platea con brani classici come Escualo, Ave Maria, Tango-Etude n 4 (solo violino), Oblivion (arpa solo) e Estaciones portenas.
Ascoltando per l’ennesima volta questi brani immortali mi sono tornati alla mente noti aforismi sull’argomento tipo quello che asseriva che “il tango dà un passato a chi non ce l’ha e un futuro a chi non lo spera” oppure “il tango ha l’intimità più segreta, il grido che s’innalza nudo”, anche se la mia preferita resta la classica “il tango è un pensiero triste che si balla”.
Concludendo, si è trattata di una esibizione molto coinvolgente e apprezzabile in ogni momento che ha esaltato il folto pubblico presente. A seguire un lussureggiante rinfresco offerto dal Ristorante “Le Arcate”.
Il prossimo appuntamento del Festival è Domenica 16 Aprile, per la prima volta fuori provincia, a Torre del Lago, presso l’Auditorium “Simonetta Puccini” alle 17.00, con il concerto di un grande interprete, il pianista Ivan Donchev.
Per eventuali prenotazioni si può fare riferimento ai seguenti recapiti:
Tel. 3476371189- 347 8509620
www.fannymendelssohn.eu
Guido Martinelli
Foto di Alessio Alessi