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“Morandi” e quel sogno incompiuto di dedicare un inno al Pisa

- Cronaca
21 Luglio 2022

Maurizio Ficeli

Nel nostro percorso teso a ricordare alcune significative figure locali pisane, ci fa piacere soffermarci su un altro grande personaggio di quella Pisa schietta e popolare che purtroppo non esiste più. Stiamo parlando di Bruno Marcheschi, personaggio degli anni 80 da tutti conosciuto come “Morandi“, noto anche come tifoso del Pisa che seguiva sia in casa, nella mitica Curva Nord, e, quando poteva anche in trasferta.

Viveva a a Ghezzano, nella prima periferia nord della città, nel comune di San Giuliano Terme, ma bazzicava le zone del centro, da via San Martino a piazza la Pera, fino a Piazza Garibaldi, Borgo Stretto e Largo Ciro Menotti. Bruno conduceva una vita normale e, di mestiere, faceva il cuoco. Si narra che un giorno, dopo una profonda delusione sentimentale, iniziò a condurre una vita di strada. Non si hanno notizie precise ed approfondite su di lui, molti lo ricordano come personaggio ma si sapeva molto poco sulle sue vicende personali.

Per tutti era solo “Morandi”, punto e basta. Sovente si poteva scorgere in piazza Garibaldi con i militanti di Lotta Continua. Erano i periodi vivaci ma molto tesi del post Sessantotto. Il soprannome derivava dal suo modo di cantare, un po’ alla Gianni Morandi, il noto cantautore bolognese, anche se il suo repertorio di canzoni era molto vario. Aveva una discreta cultura musicale e sapeva suonare diversi strumenti. Spesso lo si notava nella zona fra Borgo Stretto, Piazza Garibaldi e Largo Ciro Menotti con in mano un bicchiere di plastica accostato alla bocca, con cui mimava un microfono, intento a cantare “Voglio una vita spericolata” di Vasco Rossi, oppure suonare la chitarra o un tamburello con tanto di battente, oltre al flauto.

All’Arena Garibaldi, alle partite del Pisa, in prima fila, in Curva nord, deliziava tutti con i suoi canti: chi gli stava intorno applaudiva scandendo in modo ritmato il suo soprannome: “Mo-ran-di, Mo-ran-di!”. Ricordo ancora bene una partita di serie A nel campionato 1982/83 nella quale il Pisa si salvò vincendo due a zero al “Comunale” di Torino contro i Granata con reti di Todesco e Sorbi. C’erano 6000 pisani fra cui anche “Morandi”, in piedi sulla balaustra, sempre a cantare, con l’inseparabile bicchiere di plastica a mo’ di microfono: al triplice fischio finale fu portato in trionfo dagli ultras come un vincitore. Era felicissimo che il Pisa si fosse salvato.

Un altro episodio: partita Pisa-Genoa e corteo dei genoani, tifoseria amica, fino all’Arena. Lungo il percorso che portava all’Arena i tifosi liguri incrociarono “Morandi” e gli si fecero intorno per fare delle foto con lui, che in tutta tranquillità si mise a cantare e a suonare la chitarra in mezzo a loro, che schioccavano le mani in senso di ammirazione e simpatia. La foto che pubblichiamo a corredo dell’articolo è di Ranieri Bozzi, parrucchiere con salone ai Passi e noto tifoso nerazzurro della curva nord da anni, che ha voluto ricordare con grande affetto il mitico “Morandi” nella sua bacheca Facebook in cui sono seguiti commenti e testimonianze di tifosi che, in un modo o nell’altro, hanno conosciuto e frequentato questo storico personaggio di Pisa.

Ne citiamo alcuni fra i tanti. “Mi ricordo quando si stava in Largo Ciro Menotti – dice Andrea Nanni – veniva con la chitarra e si metteva a cantare Forza Pisa, favoloso!”. Curioso l’aneddoto riportato da Stefano Ciangherotti, noto a quel tempo in curva nord con lo pseudonimo di “Anatrone”: “Me lo ricordo dentro la fontana della Stazione nel 1982 quando si andò in serie A”.  Davide Rossetti, invece, ricorda che Morandi “era del 1944, negli anni 80 aveva più o meno 40 anni”.

Interessante il commento di Luciano Sorrentino, un ultras della curva Nord, guidata a quei tempi dal noto Italone Fantoni: “Morandi il numero uno, persona agli estremi e simpatica”. Toccanti e significative anche le parole di Antonio Scafuri e di Nicola Barsotti che ricorda che Morandi “morì investito!”. Accadde nella zona di San Piero a Grado dove fu investito da un camion.

Morandi aveva un sogno nel cuore, che in pochi conoscevano e che purtroppo non riuscì a realizzare, quello di comporre e cantare un suo inno dedicato al Pisa.

Molto interessanti le due chicche raccontateci da Stefano Cellerini, pisano doc che adesso risiede a Viareggio, che a quei tempi vedeva spesso Morandi. “Ricordo che veniva al Nettuno, albergo in Lungarno Pacinotti, occupato negli anni della contestazione, e aveva una chitarra senza corde che faceva finta di suonare e cantava le canzoni di Gianni Morandi dietro ricompensa di vino”. E ancora un altro dettaglio curioso: “Dovete sapere che Morandi ha avuto anche un periodo mistico, in cui si mise indosso dei ciondoli e delle spille ed andava in giro che sembrava un santone, sempre in piazza Garibaldi, amato e salutato da tutti. Poi la domenica veniva allo stadio e al suo grido “forza Romeo” stava in curva nord ma sotto i gradoni, però la partita non la guardava nemmeno perché il suo tasso alcolico era talmente alto che credo non riconoscesse nessuno. Ogni tanto veniva una sua figlia a controllare se fosse ancora vivo.

Una figura sicuramente simpatica e stravagante, quella di Morandi, che a suo modo ha fatto la storia nella Pisa popolare degli anni 80 e che era giusto ricordare.

Maurizio Ficeli

Nella foto: Bruno Marcheschi detto “Morandi” (dalla bacheca Facebook di Ranieri Bozzi)

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