Paolo Lazzari

Con il suo aspetto superbo e ammiccante, Firenze attira milioni di visitatori ogni anno. Molti però si infilano nei tour convenzionali stampati sulle guide turistiche, andandosene dalla culla del Rinascimento senza nemmeno sapere di essere passati accanto a pezzi di città che trasudano storia e mistero. Qui ne abbiamo convogliati tre, i meno noti: sicuramente anche diversi fiorentini purosangue ignorano quasi del tutto la loro esistenza.

1 – L’IMPORTUNO DI MICHELANGELO

Dirigetevi verso Palazzo Vecchio e sforzate un po’ lo sguardo. All’ingresso, sulla destra, potrete intravedere – proprio alle spalle della statua di Ercole e Caco – un piccolo bassorilievo. Si tratta di un uomo rappresentato di profilo, ma appena abbozzato. L’autore sarebbe, tenetevi forte, Michelangelo Buonarroti. Ma perché lo avrebbe fatto? E come mai proprio in quella posizione? In merito esistono due teorie. La prima allude ad un uomo che avrebbe seguito il maestro ovunque, importunandolo costantemente con mille domande. Ad un certo punto Michelangelo si sarebbe fermato e avrebbe scolpito il suo profilo lì dove si trovavano, forse per metterlo a tacere. La seconda racconta invece che un giorno, passando per piazza della Signoria, l’artista si sarebbe imbattuto nel volto vuoto e fisso di un condannato a morte: rimastone fortemente colpito, Michelangelo decise di imprimere quell’immagine sulla pietra più vicina, con lo scalpellino che custodiva in tasca.

2 – L’OLMO RESUSCITATO SULLA COLONNA DI SAN ZENOBIO

Quasi nessuno ci fa caso, ma all’entrata del Battistero di Firenze c’è una colonna di marmo bianco (foto in alto) che reca impresso un lussureggiante olmo di bronzo. La storia è fascinosa: secondo la leggenda, mentre le spoglie di San Zenobio venivano trasportate dalla chiesa di San Lorenzo a quella di Santa Reparata toccarono un olmo ormai morto, rigenerandolo completamente. Un miracolo, avvenuto nel gennaio del 429, ricordato dalla colonna. Spazzata via dall’alluvione del ’66, venne prontamente ricollocata nella sua sede originaria.

3 – LA FINESTRA MALEDETTA DELLA FAMIGLIA GRIFONI

Non importa l’alternarsi delle stagioni. Non si cura se sia notte o giorno o, ancora, se piove o tira vento. A Firenze c’è una finestra che ha sempre uno degli scuri aperto a metà. Ci troviamo in piazza santissima Annunziata, con lo sguardo che si volta verso il primo piano di palazzo Grifoni. Si dice che da qui fosse solita affacciarsi una esponente della famiglia che, un giorno, salutò il marito che partiva per la guerra. La donna attese invano il ritorno del suo amato: quello dalla finestra fu il suo ultimo saluto. Alla sua morte, racconta la leggenda, gli scuri vennero chiusi ma la stanza si rifiutò di obbedire: gli oggetti iniziarono ad animarsi, quadri caddero dalle pareti e uno degli scuri rimase per sempre socchiuso, fino ai nostri giorni. Solo suggestioni? Può darsi, ma se passate di sotto lanciate uno sguardo.

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