Guido Martinelli

Nel mio viaggio tra gli operatori culturali del territorio pisano stavolta sono andato a trovare un assessore alla Cultura molto attivo e presente nel suo territorio, apprezzato per la disponibilità, l’attivismo e l’attenzione con cui interpreta il proprio ruolo nel comune che amministra. Mi riferisco a Bice Del Giudice, assessore alla Cultura del comune di Cascina, che in poco tempo è divenuta un punto di riferimento importante per tutti gli operatori culturali del territorio pisano e per i cittadini che accorrono alle iniziative promosse. La trovo, in un tardo pomeriggio freddo e uggioso, dietro la scrivania del suo ufficio.

Come suggerisco sempre in questi casi, assessore Del Giudice, si presenti da sola…
“Sono Bice del Giudice, nella mia vita precedente, come mi piace dire, ero, e sono tuttora, un avvocato con una passione smodata per il teatro. Ho sempre avuto un grande spirito di solidarietà e di servizio e per questa ragione un anno e mezzo fa decisi di mettermi in gioco per Cascina. Questa non è la mia città natale, ma è la città della quale mi sento cittadina a tutti gli effetti da quindici anni a questa parte, ovvero da quando mi sono sposata trasferendomi qui da Caserta. Dico sempre che da Cascina ho avuto tanto e vorrei riuscire a restituire, almeno in parte, qualcosa di tutte le belle cose che questa cittadina mi ha donato. Potrei affermare che questa è la mission del mio attuale mandato.

Com’è nata l’idea della sua candidatura?
“In un certo qual modo è nata dalla voglia di mettermi a disposizione, da uno spirito eccessivamente critico con il quale osservavo e osservo quello che mi circonda e da una profonda consapevolezza che non è sufficiente criticare o puntare il dito, ma bisogna provare a fare la propria parte. Io voglio farla, la mia parte, e questo è il senso della mia presenza qui”.

Lei con quale lista si è presentata?
“Inizialmente la mia proposta nasceva con una candidatura a sindaco in una lista civica dal nome “Per voi. Lista civica Bice Del Giudice”. Mi piaceva conciliare l’idea della proiezione verso gli altri e verso l’esterno usando il mio nome per ribadire il mio forte intento di metterci la faccia come sto facendo”.

Quali sono gli obiettivi del suo mandato?
“Dico sempre, e l’ho ripetuto tanto in campagna elettorale, che la bellezza e la cultura salveranno il mondo. Ecco, a me piacerebbe lasciare ai cascinesi una Cascina più bella in tutti i sensi, compreso quello estetico, rispetto a quella che ho trovato. Un anno fa avrei aggiunto anche una Cascina ‘più colta’, ma devo smentirmi perché ho trovato qui un humus culturale veramente molto fertile. C’è un fermento culturale notevole, esistono associazioni molto ben strutturate, molto attive e proattive. Ecco mi piacerebbe che alla fine del mio mandato potessi dirmi di essere stata brava a valorizzare tutte quelle risorse culturali che a questa cittadina non mancano”.

Tra i progetti che intende realizzare ce n’è uno a cui tiene in particolar modo e ritiene importante per Cascina?
“Vorrei che Cascina diventasse un posto che attrae i visitatori il sabato e la domenica per venire a vedere una bella mostra, o un museo, o qualcosa di estremamente peculiare”.

C’è già qualcosa in atto per arrivare a questo risultato?
“Noi, a giugno, abbiamo avuto un incontro col direttore degli Uffizi Eike Schmidt, che ci ha onorati della sua presenza, su nostra sollecitazione, accettando di buona grazia il nostro invito. Abbiamo avuto l’onore e il privilegio di mostrargli una parte dell’aspetto più bello di Cascina e ci piacerebbe molto che la nostra cittadina entrasse nel progetto degli Uffizi diffusi”.

Di cosa si tratta?
“Il progetto nasce dalla visione, perché quest’uomo è un visionario, o meglio dal desiderio di togliere dai magazzini degli Uffizi ricchi di bellezze, delle opere d’arte, affinché possano trovare della vita propria, al di là delle gallerie degli Uffizi, in luoghi della nostra magnifica Toscana, dove portare cultura diffusa”.

A Cascina quali potrebbero essere i luoghi dove collocare queste opere d’arte?
“Il Palazzo Pretorio, proprio dove siamo noi, potrebbe essere il luogo giusto”.

Per quanto riguarda, invece, il teatro è risaputo che lei ha svolto attività teatrale, ce ne può parlare?
“Certo, ho iniziato attività teatrale dai tempi della scuola fino a una età più matura. A Pisa ho avuto l’onore di recitare al Teatro Verdi, al bel teatro di Volterra, a Fauglia”.

Con quale compagnia?
“Con l’associazione culturale ‘Lungofiume’ e con Massimo Corevi, che è stato l’autore di molte delle commedie che ho avuto l’onore di portare in scena. A proposito di teatro e di obbiettivi a lunghissimo termine un desiderio grandissimo che ho sarebbe quello di restituire ai cascinesi quello che chiamiamo il teatro Bellotti Bon, l’Arena Teatro Nuovo. Ecco, io vorrei che quello tornasse ad essere il ghota della cultura locale come è stato in passato diversi anni fa”.

E il Politeama?
È l’eccellenza, basti pensare che la città del teatro è l’unico centro di formazione teatro per ragazzi che non ha sede in un capoluogo di provincia. È il più grande del centro Italia ed abbiamo l’onore e il piacere di averlo nel nostro territorio. È una realtà importante che presenta anche aspetti di criticità non indifferente. È sempre stato un argomento spinoso anche nelle precedenti amministrazioni e ritengo che sia una risorsa enorme, immensa, che debba essere valorizzata al meglio”.

Fino ad ora com’è stato il rapporto con le associazioni che, come diceva lei, hanno un ruolo determinante nella vita culturale cascinese e non solo?
“Il rapporto con le associazioni è andato abbastanza bene anche se non è stato facile all’inizio. Io ho la delega alle politiche culturali, alla promozione turistica e valorizzazione del territorio, al commercio e artigiano artistico e ai processi partecipativi: attività strettamente correlate fra loro. Devo dire che è stato illuminante il desiderio del sindaco Michelangelo Betti di conciliare tutte queste attività in una sola persona. Perché sono tre settori che debbono procedere di pari passo. Il rapporto con le associazioni somiglia a quello che caratterizza i rapporti veri, che conosce sia momenti di sintonia sia altri di forte criticità. Io sono una persona molto incline all’ascolto e al confronto, e proprio grazie alle critiche che mi vengono mosse cerco di trovare spunti importanti di crescita. Quindi direi che ad oggi, grazie al lavoro che portiamo avanti da entrambe le parti, il rapporto che ho con le associazioni si può definire buono”.

Quali fattori di criticità vede in Cascina?
“Credo che le criticità siano determinate dalla topografia della città. Cascina è stretta e lunga, consta di 21 frazioni ciascuna delle quali ha un’identità molto spiccata che ovviamente gli abitanti del luogo tendono a difendere e preservare. Questo aspetto rende difficile lavorare in una visione d’insieme, e credo proprio che questa sia la principale difficoltà. Probabilmente è anche un discorso di parcellizzazione delle risorse anche umane e culturali che deriva da questa conformazione così particolare. Ma Cascina ha una ricchezza immensa che, come dicevo, proviene dal substrato culturale, storico, artistico. È stata la città del mobile ma ancora oggi conosce delle realtà imprenditoriali, artigianali che sono uniche”.

In quale modo si può valorizzare il territorio?
“La risposta è secca: con la cultura. La cultura della memoria, del passato, artistica, artigianale”.

Insomma, la cultura in senso lato, ma d’altronde, dal punto di vista dell’antropologia culturale il termine “cultura” è onnicomprensivo. Veniamo ora alle dolenti note. Quali sono gli effetti della pandemia a Cascina e quali provvedimenti si possono adottare per risollevare la situazione?
“Gli effetti della pandemia, in un tessuto economico già fortemente provato dalla crisi del 2009 ma anche dalla crisi artigianale di cui Cascina ha risentito, anche se non sempre i cascinesi amano sentirselo dire, ha avuto effetti molto negativi. Le attività economiche hanno subito una brusca battuta d’arresto, le attività commerciali del corso che già vivevano un momento critico sono state messe ancor più a dura prova. Basta un dato assai significativo: su 40 fondi presenti circa la metà sono vuoti, sfitti. Di fronte a questa situazione così problematica il comune di Cascina il 31 luglio scorso ha pubblicato un bando di sostegno alle attività economiche prevedendo l’erogazione di contributi a favore delle attività che abbiano risentito una perdita di fatturato. Altro dato è che di fronte ad uno stanziamento iniziale di 80.000 euro abbiamo ricevuto domande per 245.000. Così, con uno sforzo notevole, per cui mi piace rimarcare il contributo del sindaco Michelangelo Betti, dell’assessore al Bilancio Paolo Cipolli, e dell’amministrazione nel suo complesso, si è deciso di stanziare altri 60.000 oltre quelli iniziali. Quindi, noi abbiamo a disposizione 140.000 euro da destinare alle attività economiche. Ne mancano solo 100.000 per coprire l’intero fabbisogno generale cittadino Abbiamo iniziato la fase d’istruttoria ed è probabile che alcune domande non abbiano i prerequisiti per essere ammesse al finanziamento e che, quindi, il fabbisogno sia inferiore”.

Mi sembra un ottimo passo in avanti. E dal punto di vista sanitario?
“Per quello che so io, dato che non è il mio settore, credo che la campagna di vaccinazione abbia dato, nel nostro territorio, dei buoni risultati, varianti nuove ed esotiche permettendo”.

Prossimi appuntamenti culturali?
“Ogni mese pubblichiamo una locandina con tutte le numerose attività che intendiamo portare avanti nel nostro territorio e che spaziano in tutti i settori culturali, da parte di artisti, personaggi e associazioni del territorio e non: c’è solo l’imbarazzo della scelta. La nostra rassegna culturale è declinata in quattro sezioni: cultura è arte, cultura è musica, cultura è scienza, cultura è storia. Quindi, tutti i nostri eventi, ogni mese, seguono questi quattro filoni, in modo da offrire un panorama il più completo possibile”.

Ottima idea…
“Voglio anche sottolineare che il Comune si è sforzato di convogliare molte risorse per le luminarie ed eventi natalizi. Mi piace sottolinearlo perché Cascina, in questi giorni che ci portano al Natale, si sta vestendo a festa cercando di portare una ventata di ottimismo e fiducia”.

Il rapporto con le opposizioni come si sviluppa?
“Non abbiamo il tempo di coltivarlo dal momento che molto spesso il rapporto con le opposizioni si risolve in una polemica sterile a cui noi, che francamente lavoriamo tanto, non abbiamo il tempo di riservare molte risorse ed energie. Laddove ci sono spunti interessanti di confronto costruttivo noi le recepiamo. Laddove, invece, si tratta solo di gettare fango gratuito e di fare polemica gratuita lasciamo che si scarichino le pile naturalmente”.

Con quest’ultima risposta termino la chiacchierata con la mia gentile ospite che saluto e ringrazio per la gentilezza e disponibilità rivelatesi pari alle aspettative. Mi è parsa un’amministratrice decisa e con le idee chiare; il programma delle attività culturali dei prossimi due mesi mostratomi pare veramente molto denso e qualificato. Ne renderemo nota su queste pagine. Ho proprio il sospetto che l’assessore Del Giudice abbia una passione così forte nello svolgere il suo ruolo che potremmo racchiudere la sua intera mission in una frase: “Bice fa quel che dice”. Torneremo a Cascina per verificare come procede questo cammino così ispirato.

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