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Rifiuti concerie: fatta la legge, trovato l’inganno. Ora fare massima chiarezza e punire i colpevoli

- Cronaca
17 Aprile 2021

L’inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti delle concerie toscane, su cui si sarebbe inserita anche la ‘ndrangheta, vede una reazione pressoché unanime da parte dei politici toscani: massima fiducia nell’opera della magistratura.  Giusto e doveroso che l’inchiesta vada a fondo, in tempi rapidi, facendo piena luce su quanto avvenuto. Una cosa che colpisce e lascia profondamente amareggiati è l’estrema facilità con cui le leggi che tutelano la salute dell’uomo vengano abilmente raggirate. Perché è importante che, dopo decenni di menefreghismo, siano stati realizzati gli impianti per depurare le acque inquinate, e che siano stati posti dei paletti per evitare pericolosi sversamenti da parte di chi produce, ma se poi i residui dei fanghi inquinanti finiscono nei campi da coltivare o sotto l’asfalto nelle strade, è come se a casa nostra nascondessimo lo sporco sotto i tappeti. Anzi, peggio: come se scavassimo delle buche sotto al pavimento, o nei muri, e ci riponessimo la spazzatura, preventivamente triturata. Criminale e folle. Non ci sono altre parole per descrivere ciò che è avvenuto e continua ad avvenire, in spregio ad ogni regola e al buon senso. Perché è chiaro come il sole che se inquiniamo la terra su cui viviamo, quei veleni finiscono presto o tardi nel nostro corpo.

Che fare, dunque? La magistratura deve fare il proprio lavoro – e su questo non ci piove – ma anche la politica deve fare la propria parte e tenere bene a mente che gli interessi da tutelare sono quelli di tutti i cittadini, non solo di una parte economicamente importante (in questo caso i conciatori). Giusto aiutare le imprese ma le leggi che sono state approvate per la tutela della salute non vanno viste come generatrici di fastidiosi “lacci e lacciuoli”, mortali per le aziende, ma una vera e propria assicurazione sulla vita a tutela del nostro futuro e di quello dei nostri figli e nipoti.

“Non esprimo opinioni, o commenti su una vicenda seria e complessa – afferma in una nota Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana Eugenio Giani perché ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro delle forze dell’ordine, con la speranza che sia fatta chiarezza il prima possibile”. Poi fa sapere che ha sospeso il proprio braccio destro: “Ho disposto che le funzioni di capo di Gabinetto, fino ad ora svolte da Ledo Gori, siano attribuite in via transitoria al direttore generale della Regione, Paolo Pantuliano. Mi preme sottolineare che valuteremo già nelle prossime ore tutti gli interventi opportuni affinché la Regione Toscana possa sviluppare, come ha sempre fatto, un’azione coerente e finalizzata ad evitare qualsivoglia pericolo di infiltrazione vista la capacità delle organizzazioni criminose di penetrare nei tessuti imprenditoriali anche nei nostri territori, che abbiamo il dovere di preservare”. Alle parole ora devono seguire i fatti. Serve massima trasparenza e assoluta impermeabilità rispetto ai loschi interessi del crimine organizzato.

 

Foto: Wikipedia

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Giornalista.

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