Paolo Lazzari

Ballano e intonano canzoni, accalcati, a centinaia. Decine le mascherine abbassate, irrefrenabile il desiderio di seguire la musica e di lasciarsi andare, dopo che la vita è stata premuta ormai da mesi tra le pareti lisce di un perimetro angusto. Eppure, quel che è successo ieri (8 gennaio) poco prima delle 20 a Lucca, ha del surreale. Centro storico. La parte del portone dei Borghi è da anni il ritrovo prediletto per i lucchesi più giovani, anche se tra ventenni e trentenni si scorgono di quando in quando manciate di capelli grigi. La zona gialla è un assist troppo invitante: i locali del rettangolo d’oro della movida cittadina servono da bere, la folla aumenta, la musica si lavora le facciate austere dei palazzi.

La voglia di stare insieme e ritrovarsi – sebbene siano molti di più i ragazzi e le ragazze che evitano di ammassarsi – induce ad abbassare la guardia, ma fino a qui la situazione non sembra troppo differente rispetto a quella registrata soltanto la sera precedente, con l’unica differenza – non certo irrilevante – che c’è molta, molta più gente.

Il mezzo sfacelo però deve ancora arrivare. I locali chiudono, osservando le disposizioni di legge. Solo che la festa prosegue. Qualcuno porta una gigantesca cassa, gira la manopola e fa salire ancora la musica. È l’innesco che non consente di tornare indietro. I ragazzi iniziano a ballare, la distanza viene azzerata, le mascherine si abbassano per cantare, la folla si mescola, i corpi strusciano. L’esatto opposto di quel che ci si aspetterebbe con una Pandemia ancora in piena corsa.

La vicenda ora assume striature grottesche. L’assembramento è tale da non consentire ai titolari dei locali di aprire le porte per poter uscire: chiusi all’interno, sono loro a chiamare carabinieri e polizia, insieme ai residenti della case circostanti. Le forze dell’ordine accorrono e sgombrano l’area, anche se in molti oggi si chiedono perché non siano stati intensificati i controlli nel nucleo più incandescente di Lucca, a fronte di un evento certo non atteso per queste dimensioni, ma in buona parte prevedibile.

La follia però non è ancora terminata. Dispersi e allontanati, alcuni avventori vengono ritratti da video eloquenti mentre prendono a calci saracinesche e vetrine dei negozi nella celebre via Fillungo. Questa mattina la polizia municipale e i carabinieri stanno passando al setaccio le immagini dei circuiti di videosorveglianza pubblici e privati: le prime denunce sono già scattate.

Sui social, un profluvio di commenti. Il conflitto da tastiera è servito: c’è chi prende le difese dei ragazzi, condividendo il fatto che hanno sbagliato, ma provando a comprendere le motivazioni latenti di questo comportamento. La totale assenza di rapporti sociali, il confinamento forzato, la vita messa in stand by. Dall’altro lato, chi ha seguito pedissequamente le regole nella speranza di un rapido ritorno alla normalità oggi è inferocito, perché vede gli sforzi della maggioranza (del resto non è un caso se la Toscana è riuscita a tornare zona gialla ed ambisce a rimanerci) potenzialmente vanificati dallo sconcertante pressappochismo di alcuni, seppur numerosi.

“Un comportamento inqualificabile – lo definisce il primo cittadino, Alessandro Tambellini – che porterà Lucca alla ribalta di tutti i media nazionali per una cosa vergognosa. Ciò che manca è il rispetto. Ciò che invece abbonda è la stupidità”. Il sindaco fa sapere, inoltre, che il soggetto che ha portato le casse e invitato i presenti a ballare è stato identificato (è di Pistoia) e portato in caserma.

Frustrazione cronica, incoscienza, corto circuito collettivo: tuttavia resta davvero difficile, se non impossibile, riconoscere attenuanti rispetto ad un episodio che lascia atterriti.

Video tratto da social network

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