“Una vicenda che ha del grottesco”: è lapidario il commento di Confcommercio Lucca che, negli ultimi giorni, è stata letteralmente sommersa da decine di segnalazioni da parte dei propri associati. Il motivo? Hanno ricevuto indicazioni puntuali dal Comune di Lucca affinché vengano rimossi sedie e tavoli dei pubblici esercizi del centro, in quanto possibile fonte di assembramento. Una decisione, quella di Palazzo Orsetti, diretta conseguenza di pressanti richieste pervenute da parte di alcuni residenti del centro storico. Secondo quanto raccontano gli imprenditori coinvolti, inoltre, bisogna far presto: chi non si metterà in regola rimuovendo tempestivamente gli arredi sarà pesantemente multato. Il tutto, in piena emergenza Coronavirus.

“È vergognoso – commenta l’associazione di categoria – che in una fase storica senza precedenti ci siano persone che presentano esposti sulla pelle degli imprenditori, già in gravissima difficoltà economica, lavorativa e psicologica. Ai firmatari di quel documento va tutto il nostro biasimo”.

I vertici di Confcommercio Lucca ed i suoi associati, in particolare, non riescono davvero a comprendere come la presenza di tavoli e sedie – rimasti all’esterno di locali chiusi da settimane – possa essere ritenuta potenzialmente nociva da residenti e Comune. “Davvero si pensa – prosegue la nota – che la cura al virus consista nel togliere gli arredi, peraltro legati tra loro senza alcuna possibilità di spostamento? Il problema non sarebbe lo scarso senso civico di chi esce in questi giorni, ma il luogo in cui radunarsi? Dobbiamo quindi pensare che a breve uscirà un’ordinanza per chiudere tutte le panchine pubbliche?”.

Oltre al danno, per gli esercenti, sembrerebbe configurarsi anche la beffa: “Basti pensare – evidenziano – che per effettuare le operazioni di rimozione dovremmo uscire in massa – molti i locali adiacenti, specialmente in piazza San Frediano ed in piazza Anfiteatro – esponendoci ad un rischio per la nostra salute e per quella degli altri”.

La richiesta di retromarcia al Comune è dunque inevitabile: “Ci ripensino e ritirino subito l’ordinanza. I firmatari dell’esposto, invece, comincino a riflettere sulle cose davvero importanti”.

 

Foto d’archivio (da Google)

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