Paolo Lazzari

Festeggiare 150 anni di ininterrotta attività e chiudere i battenti: succede a Lucca. Succede allo storico negozio di abbigliamento Santi Guerrieri. Un record triste, perché smobilitando viene via, inesorabilmente, un pezzo di memoria collettiva.

Era il lontano 1870 quando il bisnonno Santi – oggi l’attività viene portata avanti dai nipoti Claudio e Franco – inaugurava il punto vendita in via Calderia, a due passi dalla chiesa di San Michele, nel cuore pulsante della città. Altri tempi. Altra vita. All’inizio c’erano solo le due vetrine che si affacciavano sulla strada, luccicanti, colme di abiti, cappotti e cappelli di gran classe. Più tardi arriveranno gli spazi in corte Portici, quando gli affari inizieranno ad ingranare. La cifra di Santi Guerrieri, del resto, è sempre stata lo stile: un faro destinato a squarciare la mediocrità di turno delle catene che affondavano ciclicamente, tutt’intorno. Un punto di riferimento per generazioni di lucchesi e non soltanto. Ora però quei tempi sono un ricordo che sfuma in dissolvenza. “Abbiamo fatto di tutto per festeggiare i 150 anni – commentano amari i gestori – ma adesso basta, si chiude”.

Fagocitati dai colossi degli acquisti online, da Amazon in poi, negozi come questo a mano a mano devono issare bandiera bianca. Nel corso dei decenni sono cambiate le abitudini d’acquisto ed anche i trend: i cappelli, prodotto di punta del negozio, non li compra proprio più nessuno. Con la saracinesca che si abbassa si sgretola anche un pezzo della città che fu e che, adesso, è costretta a ripensarsi, a fare i conti con un presente che sembrava non dovesse arrivare mai e che, invece, bussa già alla porta.

A Santi Guerrieri da oggi partono forti sconti, per svuotare il negozio da quello che rimane: il fondo resta di proprietà della famiglia, ma per ora non sono pervenute richieste. Vederlo vuoto o destinato ad altro, comunque, rimarrà una ferita inferta ad un’intera comunità.

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