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Caso Scieri, indagato l’ex comandante della Folgore

- Cronaca
5 Luglio 2019

A quasi venti anni dalla morte di Emanuele Scieri, il paracadutista trovato senza vita il 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, c’è una svolta nelle indagini. La Procura di Pisa ha iscritto nel registro degli indagati il generale (in pensione) Enrico Celentano (76 anni), all’epoca comandante della Folgore, con l’accusa di favoreggiamento e false informazioni al pubblico ministero. La notizia è riportata dal Corriere Fiorentino.

Salgono a quattro, in tutto, gli indagati: gli altri erano tutti ex commilitoni di Scieri: Alessandro Panella (40 anni) di Cerveteri, Andrea Antico (40 anni) residente in provincia di Rimini, e Luigi Zabara (41 anni) di Frosinone. A loro viene contestato il reato di omicidio volontario in concorso. 

Ma torniamo al generale Celentano. Giovedì 4 luglio è stato sentito per quattro ore dal procuratore capo di Pisa Alessandro Crini e dal sostituto Sisto Restuccia. Quando i pm gli hanno chiesto dove fosse la sera del 13 agosto 1999 il generale avrebbe risposto (come ha sempre fatto) “non ricordo”. L’accusa però è dell’avviso che non dica la verità, in quanto i tabulati telefonici rileverebbero la sua presenza a Pisa. E proprio la sera del 13 agosto alle ore 23.45 da un cellulare agganciato alla cella della caserma partì una chiamata diretta alla sua abitazione a Livorno. Inoltre all’alba del 15 agosto il generale avrebbe fatto un’ispezione intorno alla caserma, senza mai spiegare per quale motivo.

Destarono un certo scalpore le parole con cui Celentano rispose alla commissione parlamentare d’inchiesta parlando del ritrovamento del corpo di Scieri: “Notai che il corpo di Emanuele era un po’ adiposo perché era anzianotto e aveva praticato più lo studio che l’attività sportiva. Così, mi sono dato la spiegazione che forse aveva tentato di capire se riusciva a fare una impresa fisica. Oppure che poteva aver incontrato degli spiritosi che gli hanno detto di arrampicarsi per dimostrare di essere in gamba”. 

Quando morì Emanuele Scieri aveva 26 anni e, dopo la laurea in giurisprudenza, prima di partire per il servizio militare aveva iniziato la pratica in uno studio legale. Dopo il mese di Car (centro addestramento reclute) alla caserma Gonzaga di Scandicci (Firenze), il 13 agosto fu trasferito alla caserma Gamerra di Pisa con altri commilitoni del suo scaglione. Quella sera, dopo aver sistemato i bagagli nella sua camerata, uscì per fare una passeggiata a Pisa. Telefonò alla mamma (“stai tranquilla, sto passeggiando in Piazza dei Miracoli, davanti alla Torre Pendente, sto facendo il turista”) e rientrò in caserma alle 22.15. Al contrappello delle 23.45 non rispose. Alcuni commilitoni più anziani confermarono di averlo visto rientrare ma fu registrato come “non rientrato” in caserma. Probabilmente era già agonizzante ai piedi della scala della torre di asciugatura dei paracaduti, dove poi fu trovato il 16 agosto. Se le ricerche fossero iniziate subito, all’interno del perimetro della caserma, forse si sarebbe potuto salvare. 

La svolta nelle indagini, dopo anni di buio e l’archiviazione da parte della Procura, arrivò nell’estate 2018, con l’arresto di Alessandro Panella, all’epoca caporale e capo camerata a cui era stato assegnato Scieri. Furono inoltre indagati anche Andrea Antico e Luigi Zabara. Secondo l’accusa la tragedia maturò nell’ambito di una brutta storia di nonnismo: quella sera i tre indagati, dopo averlo fatto spogliare e picchiato, avrebbero obbligato Scieri a salire sulla torre di asciugatura e poi avrebbero fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle dita. Di qui la caduta a terra del ragazzo e la fuga dei tre. 

 

 

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