Incrociando i dati sulle spese e sui servizi forniti ai cittadini l’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, diretto dal professor Carlo Cottarelli, evidenzia che il Comune di Pisa è il più virtuoso ed efficiente d’Italia. Nella speciale classifica, come si legge su Repubblica, la città della Torre guarda tutti dall’alto, con 139,50 punti, davanti a Parma e Padova, rispettivamente con 85,31 e 71,92 punti (i dati elaborati si riferiscono al 2016).

Ma come sono stati attribuiti i punti che misurano l’efficienza? Confrontando due indicatori, quello relativo alla spesa e quello dell’offerta dei servizi. Per ciascun Comune si misura la situazione reale da quella considerata ideale, e il gioco (per così dire) è fatto. La motivazione che giustifica il primato di Pisa è la seguente: “Con una spesa di poco superiore allo standard, riesce a offrire servizi in quantità molto superiore alla media per una città di quelle dimensioni”.

I “fabbisogni standard” sono calcolati tenendo conto di alcune variabili: popolazione, territorio e situazione finanziaria. Il livello generale della spesa, invece, tiene conto di queste voci: budget, funzionamento uffici amministrativi, istruzione pubblica, attività sociali, viabilità e territorio, polizia locale. Ogni voce ha un proprio “peso”.

Ma le altre città della Toscana come se la passano? Nel complesso il quadro è più che positivo. Prato è al 7° posto (57,86), Pistoia all’11° (50,56), Arezzo al 13° (45,04), Lucca al 15° (38,58), Firenze al 22° (23,05), Livorno al 26° (6,40), Grosseto al 44° (-29,30).

Molto soddisfatto il sindaco di Pisa, Michele Conti, eletto nel giugno dell’anno corso. “Pisa è il Comune più virtuoso ed efficiente d’Italia dal punto di vista finanziario secondo questa classifica. Un dato da festeggiare e da mantenere. Un risultato che, ne sono convinto, vada attribuito in larghissima parte alla lungimiranza parsimoniosa di Sergio Cortopassi, prima sindaco di Pisa e poi assessore al bilancio: il lavoro impostato sotto la sua gestione ha portato l’ente da un lato a diminuire drasticamente l’indebitamento accumulato negli anni precedenti, dall’altro a sfoltire il patrimonio comunale alienandone la parte ritenuta non strategica. Le leggi nazionali successive in materia di finanza pubblica hanno consentito a chi ha amministrato dopo di lui di mantenere questo valore acquisito, di cui oggi anche la nostra amministrazione ne gode i benefici”.

Ma l’ex sindaco Marco Filippeschi (centrosinistra) tiene a evidenziare il proprio merito: Rivendico questo splendido risultato per Pisa, frutto unicamente delle giunte di centrosinistra e costato impegno e coerenza. Questo riconoscimento vuol dire che i soldi dei cittadini sono stati amministrati bene. Nonostante il peso di dieci anni di gravissima crisi economica, dal 2008 al 2018  abbiamo migliorato il conti del Comune facendo investimenti mai visti prima e portando in città risorse esterne, come i fondi europei, in quantità assolutamente inedite”. Filippeschi ne approfitta per criticare chi ora occupa il suo posto a Palazzo Gambacorti: “Oggi la città appare ferma, purtroppo, senza progetti nuovi né ambizioni”.

Il giudizio ovviamente lo devono (e dovranno) dare i cittadini di Pisa, quando verranno richiamati alle urne. Per il momento i pisani possono godersi il primato sancito dal professor Cottarelli.

 

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