Ha lasciato Pisa quando aveva solo dieci anni, ma la città gli è rimasta nel cuore. Roberto Bassi, “pisano al Nord”, vive e lavora a Milano con la moglie Carla e Niccolò. La figlia più grande, Giulia, l’anno scorso l’ha reso nonno. Roberto ha la musica nel sangue: studi al Conservatorio di Milano e al Dams di Bologna, insegna Educazione musicale nella scuola secondaria di primo grado (le Medie) e attività didattica privatamente e in alcune scuole di Musica. In questa intervista a L’Arno ci racconta un po’ della sua vita

Dove vivi e da quanto sei lontano da Pisa?
Mi sono trasferito a Milano dall’età di 10 anni, (subito dopo Italia Germania 4 a 3) e devo dire che mi trovo bene, soprattutto per gli spazi e le occasioni che si hanno per fare musica, che è il mio lavoro/interesse.

Ci parli del tuo lavoro?
Il mio lavoro è insegnare musica, in particolare chitarra moderna, sia a ragazzi che agli adulti.

La tua giornata tipo?
È caratterizzata dall’impegno scolastico, diviso tra lezioni ai ragazzi e attività didattiche pomeridiane, prove e studio.

Su alcune foto su Facebook ho visto che suoni. Fai parte di un gruppo? Cosa suonate? Da quanto tempo suoni?
Suono dai tempi delle medie, e dopo molte band di blues, Rhythm’n’blues e jazz, da qualche anno faccio parte di una band di jazz moderno, la Amaterial Band, con un repertorio che va da musiche di John Zorn a Frank Zappa.

C’è una cosa di Pisa che porteresti al Nord?
Venendo via da Pisa cosi piccolo, porto con me il ricordo di un modo di vivere e relazionarsi fatto di ironia e leggerezza che a Milano non c’era e tuttora non c’è. Mi piace pensare che questo caratterizzi ancora la città che ho lasciato.

Se chiudi gli occhi e pensi a Pisa, cosa ti viene in mente?
L’immagine che mi ritorna è quella di me sdraiato sul prato del Giardino Scotto, distrutto, ma felice, dopo l’ennesimo pomeriggio passato a giocare a pallone.

A Pisa dove vivevi?
Sono nato in via Sancasciani, poi mi sono trasferito in via Della Spina. Ogni tanto torno a Pisa, ma per lo più di passaggio… lì ho ancora dei parenti che sento spesso.

Mi diresti un pregio dei pisani?
Un pregio dei pisani è il dono della sintesi, della battuta fulminante che sintetizza in un attimo un momento, una situazione o una persona con estrema precisione cogliendone l’essenza; devo dire che questa cosa l’ho ritrovata in questo gruppo di persone riunite sotto il nome di Pisani al Nord, grazie ai quali, dopo un primo approccio quasi timoroso da parte mia, dovuto alla paura di trovarmi fuori posto per il mio essere da cosi tanto tempo “milanese”, ho rivissuto le emozioni del mio passato.

Roberto con suo figlio Niccolò

E un difetto?
Forse è l’eccesso di polemica , la voglia di dire sempre un qualcosa in più.

Come te la cavi in cucina? Il tuo piatto preferito?
In cucina come si suol dire mi arrangio…avendo vissuto da solo qualcosa ho imparato a fare, ma i ravioli fatti in casa dalla mi mamma e il suo conigliolo rimangono un puro ideale.

Ricordi la tua prima partita all’Arena?
La mia prima partita all’Arena risale ai tempi di Annibale: avevo 6 o 7 anni e fu un Pisa-Bologna e in porta c’era appunto Annibale, con Barontini, Gonfiantini, Cosma Joan, Piaceri etc… era la prima volta che vedevo tanta gente tutta insieme ed ero emozionatissimo per il rumore della folla, l’urlo dello stadio e i colori. Mi ricordo benissimo il momento in cui un giocatore del Bologna venne verso la gradinata a recuperare il pallone per un fallo laterale; tutta la gente intorno a me cominciò a urlargli: “MuJesan! tu ma’…”, ed io che non sapevo nemmeno chi fosse, immediatamente mi aggregai a quelle urla…

Niccolò Bassi con il cane Attila

E il giocatore che più ti è rimasto nel cuore?
Il giocatore che mi è rimasto dentro e sicuramente Berggreen, e la sua maglia strappata , la sua corsa un po’ dinoccolata che sembrava non fermarsi mai… anche se devo dire che uno come Raimondi non lo dimentico.

Facciamo un gioco: ti svegli e sei il nuovo sindaco di Pisa. Mi dici la prima cosa che faresti?
Parlare del sindaco di Pisa in questo momento è un giochino non facile. Sicuramente, e dirò un’ovvietà , il degrado , la sporcizia e il senso di abbandono di alcune zone sono sotto gli occhi di tutti. Un miracolo di città come Pisa non si può permettere di essere solo piazza dei Miracoli.

Gabriele, il nipotino di Roberto Bassi

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