Quando apre un nuovo locale è sempre un momento di gioia. Ma quando si tratta di un caffè che ha fatto la storia della città di Pisa, la gioia è ancor più grande. Stiamo parlando del Caffè dell’Ussero, in lungarno Pacinotti, nato nel 1775 (è il terzo caffè più antico d’Italia). Tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento al suo interno furono elaborate le idee illuministe e risorgimentali e, fra i suoi divanetti, fu organizzata la spedizione della Battaglia di Curtatone e Montanara (prima guerra d’Indipendenza italiana), nel maggio 1848. Ne abbiamo parlato con il nuovo gestore, l’imprenditore Emiliano Ipsaro Passione, che insieme ai proprietari della struttura, Rosa Anna Genovese e il conte Agostino Agostini Venerosi della Seta, ha inaugurato il nuovo corso del locale.

Come le è venuta l’idea di rilevare lo storico Caffè dell’Ussero?
“Parlando con il conte Agostino Agostini Venerosi della Seta e la moglie Rosa Anna Genovese. Gestisco già la loro struttura alberghiera all’interno della Villa di Corliano e quando me ne hanno parlato ho pensato: perché no?”

Conosceva già questo locale? 

“Assolutamente sì, quale pisano non lo conosce? Credo sia uno dei punti focali della nostra città, metà anche di tantissimi turisti”.

Quali obiettivi si pone?
“Il mio obiettivo è di riportarlo agli antichi splendori. Spero che con il mio intervento abbia recuperato un po’ di carattere che si era perso negli anni. È il terzo caffè più antico d’Italia, deve tornare ad essere grande.

Ci saranno delle novità nella nuova gestione?
“Assolutamente sì. Al suo interno, troverete esclusivamente i distillati, dolciumi, cioccolate e caffè più antiche d’Italia. Un omaggio a un locale che di storia ne ha da vendere”.

Dal sito ussero.com

Innegabile è il legame tra la cultura e la storia e l’Ussero. Come pensa possa essere mantenuta-coltivata, al di là delle mura e del nome?
“Abbiamo scritto un libro (scaricabile anche con il qr venendo al locale) dove raccontiamo la storia del caffè e dedichiamo a ogni eccellenza un capitolo diverso.. per un caffè ‘letterario’ mi sembra un buon inizio”.

Ricordo, quando andavo all’università, che entrare all’Ussero, al di là del caffè o del the, voleva dire anche respirare un po’ la storia, ripensando (magari guardando alcune stampe) ai grandi personaggi che vi erano passati secoli prima. Non pensa che questa eredità, oltre che una grande ricchezza, possa al contempo essere anche un po’ pesante/pericolosa, magari perché vi schiaccia sul passato impedendovi di guardare in modo forte al futuro?
“Vero nel caso in cui la nostra gestione, avesse avuto come obbiettivo di stravolgere la sua natura e lanciarlo nel futuro.. ma noi invece abbiamo preso il passato, lo abbiamo valorizzato e vogliamo che rimanga nel futuro”.

Quale sarà (potrebbe essere) la specialità dell’Ussero?
“Come dicevo prima, ogni prodotto è italiano e il più antico della nostra terra. La nostra specialità è proprio questa.. da noi si riscoprono i veri sapori di una volta”.

Una domanda su di lei. Prima di questa avventura cosa ha fatto? Se non sbaglio era già nel settore, avendo gestito altri locali…

“Sono sempre stato un amante spassionato della caffetteria.  Ho aperto in passato bar che hanno raggiunto ottimi traguardi. Ad ora mi occupo di diversi settori, alberghieri e nel campo della ristorazione.. Ma la caffetteria mi mancata veramente tanto e non ho saputo resistere”.


Ci può dire qualcosa di te? La tua famiglia (sei sposato, hai figli), cosa ha studiato, in che zona vive…

“Certamente, ho la bellezza di 4 figli, uno meglio dell’altro.. Sono sposato ed ho una fantastica donna che mi sopporta e mi sostiene in ogni avventura. Ho studiato nel campo dell’aeronautica e abito nel quartiere di Porta a Lucca”.

Proviamo a fare un gioco, la “macchina nel tempo”: tra 50 anni, cosa le piacerebbe che scrivessero, i giornali, per descrivere il suo locale nell’ultimo mezzo secolo di vita?
“Mi piacerebbe essere ricordato come la persona che gli ha ridato vita, lustro e visibilità a livello nazionale con tutti i bar storici italiani.. certo non posso ambire ad avere un posto nei quadri dei grandi ‘viaggiatori’ che sono passati dal caffè, ma mi accontento anche di una piccola targa… magari lo chiederò al Conte se riusciremo nell’impresa”.

 


Desidera aggiungere qualcosa?

“Sì, vorrei elogiare ogni singolo collaboratore che fa parte della mia squadra. Senza di loro, nessuno dei miei progetti avrebbe successo. Per la riapertura del Caffè dell’Ussero va una menzione speciale a Stephanie.. il mio braccio destro, che è anche la persona che ha materialmente scritto il nuovo libro del “Caffè dell’Ussero”.

Dal sito ussero.com

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