Non ci sono più i mestieri sono per gli uomini. Volete la prova? Uno dei lavori più pesanti, quello del cavatore, presto sarà intrapreso anche da una donna. Si tratta di Letizia Vita, 20 anni, di Carrara. Seguirà le orme del padre Ferruccio. Come ha scritto il Tirreno Letizia inizierà la sua nuova avventura il 3 gennaio, per la cooperativa Gioia.

La giovane neo cavatrice racconta che la sua è una vera e propria passione, nata quando era solo una bimba di undici anni convinse il suo babbo a portarla con sé sulla cava per vedere, da vicino, il lavoro che vi si svolgeva. Letizia ha abbandonato da poco gli studi universitari in geologia, intrapresi dopo essersi diplomata al liceo linguistico Pascoli di Massa.

“Letizia è determinata, non possiamo che assecondare le sue scelte – racconta al Tirreno la mamma, Marzia Ricci –. Le uniche raccomandazioni che le abbiamo fatto come genitori sono di utilizzare la massima attenzione e soprattutto seguire alla lettera tutto ciò che le viene impartito. Siamo sicuri che è in buone mani, sa di avere tanto da imparare ma sappiamo anche che coloro che l’affiancheranno saranno grandi maestri. La sua passione farà il resto”.

Nell’augurare buon lavoro a Letizia, mi permetto di dedicarle una poesia sui cavatori scritta da mio padre.

 

All’alba sulla cava

Per arrivare all’alba sulla cava
dove un duro lavoro l’aspettava,
di buon ora il cavatore di Seravezza s’alzava,
quando negli anni Trenta ero bambino.
Passato l’uscio, col cibo nel fagotto,
il cielo osservava: nello spazio infinito
sempre splendevano miriade di stelle,
mentre tanta gente ancora a casa riposava
e la sposa trepidante di già il suo ritorno aspettava.

Su passerelle ballerine attraversava il fiume,
saltando sui sassi oltrepassava canali e ruscelli,
con altri compagni, in fila, percorreva irti sentieri
tracciati tra boschi e ravaneti.
E già da tanto lavorava
allorché s’udiva la campana
che ogni dì annunciava
la celebrazione della Messa del Signore.

Questa era la vita dell’uomo dal passo ferrato,
dal destino talvolta tragicamente segnato.
Infatti c’era chi la vita perdeva,
schiacciato da un blocco abbacinante,
scavato con molto sudore,
dove rimanevano grumi di sangue del cavatore.

Renato Sacchelli

Foto tratta dal profilo Facebook di Letizia Vita

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