Francesco Fasulo

Decidiamo, con i miei accoliti, di dare fiducia a Ita Airways, parte da Linate, andiamo all’aeroporto con il car sharing, al ritorno prendiamo la metro. Direi male quasi tutto.

Un’oretta di ritardo in partenza e l’essere stipati sul pullman che ci trasporta al sorgere del sole non ci mette di buon umore. Si va in Sicilia però. La maledetta tallonite da divano sembra aver lasciato la presa. Due giorni di Palermo prima di cominciare la dieta. L’ennesima. Probabilmente inutile fottutissima dieta. Giuro, in questo momento l’aereo si è fermato per permettere ad una navicella spaziale di spruzzare un non so cosa sulle ali. Soliti rumori irreali e a passo d’uomo, per ora, verso il cielo. Adesso la rincorsa e il decollo che mi emozionano sempre. Mi incuriosisce la geometria quasi perfetta dell’Idroscalo che scorgo quando viriamo. Ecco il mare, l’arcipelago toscano e poi le Pontine.

Aeroporto FALCONE e BORSELLINO in maiuscolo perché è giusto così, eccoci! Scendendo dalla scaletta mi rendo conto che non sarà una giornata facile. Vento pazzesco e 7 gradi. Mi ritrovo sotto di due gol alla fine di un primo tempo in cui starebbe stretto un pareggio ad una squadra che da oggi rispetterò di più. Io e il mio amico nasello ci imbuchiamo scandalosamente nella lounge dei vip rosanero, io rimango sobrio.

Prendiamo posto e parte la rumba che viene stoppata sul più bello dal Var. Nelle città importanti si vede meglio il video, e chiudiamo qui la pelosa polemica.

Delusi dal risultato ma non dal gioco e dall’impegno, godiamo per un altro giorno della solita splendida ospitalità di questa meravigliosa città, sempre sospesa tra grandezza e oblio, che forse trova il suo equilibrio nelle sue stridenti contraddizioni.

Mi siedo su una panca nel parco botanico del palazzo reale e osservando un Ficus macrophylla columnaris (cercatelo online) capisco il consiglio di Giovanni Falcone visto sul murales in precedenza. Popolone, fidiamoci.

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