– Doady Giugliano – 

Abbiamo voluto titolare così un’impresa, che ha tutti i connotati di una vera favola che come altre ha affascinato migliaia di persone di ogni età. Una favola che si è concretizzata nel tempo, partendo più o meno sottovoce nel lontano 1975 per iniziativa di Fabrizio Sbrana, appassionato di musica e titolare di una piccola discoteca ubicata nel centro di Pisa. Una favola che si snoda tra alterne vicende e cambio sedi; da via Gentileschi a Borgo Stretto, fino all’ultima, prestigiosa in via Cesare Battisti, sul cui tetto venne istallata una grandissima insegna luminosa visibile anche uscendo dal lato pisano del Foro di San Giuliano. RPI (Radio Pisa International) è stata una delle prime “voci” libere che in solo 9 mesi di attività riuscì ad irradiare il suo segnale in gran parte della penisola e in Sardegna, dalle frequenze 103,900 e 104 in FM per 24h non stop.

Ricordare tutti coloro che si sono avvicendati negli studi di quello che è stato un orgoglio pisano, è quasi impossibile, per questo chiederò scusa a quanti dimenticherò di citare, tecnici compresi. Già, perché proprio i tecnici, quelli che si arrampicavano sui tralicci del Monte Serra per consentirci, a noi baldanzosi protagonisti del vinile e chiacchiericci vari, ci consentivano di sperimentare il brivido di entrare nelle case e soprattutto nelle orecchie di molti italiani. L’entusiasmo di quei momenti, tanti, tantissimi per chi come il sottoscritto ha fatto parte della “ciurma” è ancora vivido. Ciurma di “pirati” dell’etere, visto che nei primi passi la nostra bella Italia non si era ancora dotata di normative che consentivano l’operatività delle radio private. Una sfida. Vinta sul campo grazie alla qualità dei programmi ed alla professionalità di autentici fuoriclasse delle discoteche di zona, prestati volontaristicamente ai microfoni di RPI.

Proprio lo spirito volontaristico, l’orgoglio dell’appartenenza, e un grande, grandissimo affetto e stima tra i protagonisti, hanno compiuto quella sorta di miracolo che meriterebbe riconoscimenti pubblici. Niente di tutto questo è accaduto, si è lasciato cadere nell’oblio un tassello importante di “rivoluzione” italiana. Ma a noi piace ricordare, soprattutto coloro che hanno dato lustro alla “favola” e che ci hanno lasciato troppo presto, come Enzo Mazzei, Nino Millemaci, Aurelio detto Cioncio, Ranieri Gagetti. Di loro conserviamo indelebili momenti durati anni, nel corso dei quali la “Ciurma” ne ha combinate di tutti i colori, dando vita a programmi indimenticabili, creati e gestiti da voci indimenticabili come quelle di Sabrina, Renata, Max, Stefano Bini, ma anche del sottoscritto per un esilarante “Music Bazar” dove in coppia con il mitico Atos Davini (oggi tra i protagonisti del BarLume) nei panni della Sora ‘Olomba alternavamo musica e battute al fulmicotone.

Indimenticabili poi i notturni di RPI, dove si stabilivano autentiche amicizie, con coloro che lavoravano in quelle ore o molto più semplicemente soffrivano d’insonnia. Sovente venivamo inviati a far colazione, soprattutto dai fornai, di Pisa e Livorno, o dai pizzaioli della Versilia, aperti per noi fino alle prime ore del mattino.

Non tutto però, di questa bella “favola” è scomparso. Per un caso, anche se niente avviene per caso, nel 2006 ho avuto la fortuna di stabilire la mia residenza proprio nello stesso appartamento, dove la “ciurma” di cui sopra, aveva “pirateggiato” per tanti anni, ovviamente l’insegna la conservo ancora. Solo che durante la notte, da irriducibile insonne, ho la sensazione di sentire ancora schiamazzi, battute e musica di quella BUONA, riproposte da qualche spirito burlone ma sicuramente dai gusti raffinatissimi.

Doady Giugliano

Il panorama dall’ex sede di Radio Pisa International

 

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