Madonna che silenzio c’è stasera! In realtà no, non c’è silenzio. Oggi Francesco Nuti ci ha lasciati, nello stesso giorno in cui è morto Silvio Berlusconi. Chissà se Nuti avrebbe ricamato sopra, con una delle sue battute, su una coincidenza simile. Aveva compiuto da poco 68 anni, essendo nato a Firenze il 17 maggio 1955.

Iniziò presto la sua carriera Francesco, figlio di un barbiere originario del Mugello, Renzo, e di una calabrese trapiantata in Toscana, Anna Giglio. L’infanzia di Francesco e del fratello Giovanni (musicista e compositore) è a Firenze, poi la famiglia si trasferisce in una frazione di Prato, Narnali.

Siamo alla fine degli anni ’70 e Francesco, dopo la maturità, si diletta con il teatro: è un attore dilettante che si fa notare perché ha personalità e scrive da solo i propri monologhi. Si accorgono di lui Athina Cenci e Alessandro Benvenuti, che insieme decidono di formare un trio di cabaret toscano, i Giancattivi. Sono bravi e fanno ridere, ma la fama arriverà solo con la tv e il programma “Non stop” di Enzo Trapani, negli stessi anni in cui sbocciarono personaggi del calibrodi Carlo Verdone e Massimo Troisi, due giganti della comicità italiana. Il debutto al cinema nel 1981, sempre con i Giancattivi, nel film “Ad ovest di Paperino“. Sono inizi belli e importanti, ma il successo, per Francesco, arriva in solitaria, con il film “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982) e poi con “Io, Chiara e lo Scuro“. Quest’ultimo gli valse un David di Donatello e il Nastro d’argento come migliore attore protagonista e il Globo d’oro come miglior attore rivelazione.

Nel 1985 Nuti debutta dietro la macchina da presa con “Casablanca, Casablanca”, pur continuando a recitare in tutti i suoi film (ottiene il secondo David come miglior attore. Ogni nuovo film è un successo: al pubblico la comicità di Francesco piace e le sale sono piene. “Tutta colpa del paradiso“, “Stregati” (1986), “Caruso Pascoski (di padre polacco)” (1988), “Willy Signori e vengo da lontano” (1989), “Donne con le gonne” (1991). Quante risate ci ha fatto fare.

Come avviene anche per i migliori, c’è sempre un rischio caduta. Per Francesco arriva nel 1994. “OcchioPinocchio”, pellicola girata negli Stati Uniti, si rivela un fiasco. Nuti ci resta malissimo, anche perché la produzione era stata importante a livello economico. Francesco reagisce male, nel senso che si incupisce e fatica a farsi scivolare tutto addosso. Finisce in un tunnel fatto di sofferenza, depressione e altri problemi. Nel settembre 2006 cade dalle scale di casa e subisce un grave ematoma cranico e quattro mesi di coma, con pesanti danni neurologici e la perdita di parte delle capacità motorie. Esce dall’ospedale solo nel 2008 ma non si riprenderà mai del tutto.

Ci hai fatto tanto divertire, Francesco, e ogni volta che ci riverranno in mente alcune scene (tipo la frase “mi dai un bacino?“, in Caruso Pascoski, rivolta ossessivamente a Novello Novelli nei panni di un paziente carabiniere), non potremo che sorridere pensando a te, alla tua allegria e a quella vela malinconica che avevi sempre negli occhi, anche quando tutto ti andava alla grande e c’era solo da ridere e non pensare ad altre cose tristi. Ciao Francesco!

 

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