Ilaria Clara Urciuoli

Qual è il femminile di “marinaio”? Probabilmente pochi tra i pur colti lettori risponderanno con piena convinzione a questa domanda ed è a spiegarci le ragioni di questa incertezza è l’assessore del Comune di Livorno Barbara Bonciani e lo fa con poche, anzi pochissime parole: “Nell’ambito del settore marittimo la componente femminile rappresenta circa l’1,2% della forza lavoro, a livello mondiale”.

Questo dato particolarmente significativo di una gestione tutta maschile del mare e delle possibilità economiche da esso offerte ci induce a una riflessione sui tempi, i nostri, ancora evidentemente troppo condizionati da antichi diktat che vietavano alle donne di imbarcarsi, portatrici di sfortuna o, più semplicemente, di attriti tra uomini che trovavano sottocoperta l’oggetto di desideri condivisi. Ed ecco allora che, rivolgendo lo sguardo a secoli passati, ci imbattiamo in personaggi da riconoscere sotto più nomi: Hannah Snell e il suo doppio “James Gray”, Mary Lacy anche nota come “William Chandler”, donne dunque che per imbarcarsi hanno cambiato identità, mutandosi in ciò che la società avrebbe potuto accettare: uomini.

Nell’ambito della mostra “La più bella del mondo”, che fino al 30 ottobre negli spazi del Museo della città di Livorno, Bottini dell’Olio, celebra la nave scuola “Amerigo Vespucci” e il suo equipaggio attraverso gli scatti d’autore di Maki Galimberti e Massimo Sestini, si terrà un incontro dal titolo “Le donne e il mestiere del mare”. L’appuntamento è per sabato 3 settembre nella Sala del Grande Rettile presso il museo di piazza del Luogo Pio. Ad animare l’incontro Carla Bardelli, curatrice della mostra che sarà affiancata da quattro donne che al mare hanno legato il loro destino: Valentina Daniela Martella, Tenente di Vascello, comandante di Nave Leonardo, Gaia Sardella, Guardiamarina del Corpo Sanitario, Serena Melani, comandante dell’Explora 1 e Monica Bellandi, Manager portuale e Presidente della Coppa Ilio Barontini.

Una piccola anticipazione dell’incontro ci arriva da Serena Milani che racconta come al termine degli studi abbia atteso cinque lunghi anni il primo imbarco che, alla fine, è arrivato portandola per sette mesi, senza sbarcare e senza stipendio, come allieva ufficiale su una petroliera dove era l’unica donna. A supportarla il suo umorismo livornese: “Questa forza, questa verve che ti porta a sdrammatizzare, a riderci sopra, a tirar fuori la frase assassina che mette KO l’avversario al momento giusto, mi ha aiutata a gestire gli atteggiamenti macho man nei miei confronti. E incoraggio sempre le ragazze che vogliono fra carriera nei mestieri marittimi a combattere con l’umorismo la discriminazione. per annientare i pregiudizi e le discriminazioni”.

Ilaria Clara Urciuoli

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