Ad un mese dalla sua apertura HZERO ha fatto registrare già quasi 10mila presenze. Si può proprio dire che l’impresa ferroviaria in miniatura di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, marito di Fiamma Ferragamo, vada proprio come un treno.

All’inaugurazione il 29 maggio 2022 negli spazi dell’ex-cinema Ariston di Firenze, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella, il grande assente era proprio il Marchese, mancato il 4 aprile del 2018. Il progetto nasce proprio da una sua idea, alla quale si è dedicato con passione e dedizione a partire dagli anni Settanta e trova oggi una forma museale per la condivisione con il pubblico grazie all’impegno dei figli Diego, Giulia e Maria.

Il suo sogno è diventato finalmente realtà ma lui, seppur avendolo progettato ed immaginato, non l’ha potuto vedere con i propri occhi. A farne le veci il figlio, Diego Paternò Castello di San Giuliano, degno rappresentante di questa impresa titanica che lui ha visto svilupparsi pian piano sin da quando era piccolo, partita come un gioco e diventata oggi un punto di riferimento internazionale per appassionati di modellismo e non solo.

“HZERO nasce in quella che definirei come dimensione del sogno, un sogno di mio padre – spiega Diego Paternò Castello di San Giuliano -. È un progetto che desiderava realizzare con grande determinazione e in prima persona. Noi figli siamo felici di poter dare continuità e sviluppo a questo suo grande sogno. Negli ultimi anni di vita mio padre ha partecipato alla messa in forma iniziale del progetto; l’idea di poter cristallizzare oltre quarant’anni di lavoro e di passione in un museo nel cuore di Firenze lo emozionava profondamente”. Ed eccolo qua, adesso emoziona tutti. Un inedito progetto museale dedicato all’immaginario del treno: uno straordinario dispositivo narrativo sviluppato attorno al celebre plastico ferroviario di 280 mq tra i più grandi in Europa, che per un lungo periodo è stato ospitato nei sotterranei dell’azienda del marchese, la SigmaGi di Scandicci, e che oggi coniuga artigianalità e alta tecnologia in un ambiente immersivo.

HZERO deve il proprio nome alla scala 1/87, tipica del modellismo ferroviario, sorta di sezione aurea che stabilisce la dimensione ottimale per garantire dettaglio e visione di insieme. La costruzione del plastico viene avviata nel 1972, nella casa fiorentina della famiglia di San Giuliano, a partire da un treno della Märklin. Ben presto le crescenti aspirazioni del suo creatore danno vita a un progetto sempre più ampio, che porta nel 1985 allo spostamento dell’opera nel fienile della casa colonica di famiglia in Val d’Arno; dal 2000, l’opera viene quindi rilocata in un hangar di 400 mq a Scandicci, alle porte di Firenze. In questi anni il plastico conta sul coinvolgimento di nuove energie, individuate nel contributo di amici e conoscenti, tra cui Carlo Brandolini d’Adda e il modellista Marco Baldi, che vi imprimono uno sviluppo decisivo. A Scandicci il progetto assume una dimensione tale da richiedere un ripensamento della sua collocazione e una nuova visione per la sua condivisione con il grande pubblico. Nasce così il progetto di un nuovo sito predisposto per la conservazione e l’esposizione del grande plastico che torna infine a Firenze per invadere gli spazi dell’ex cinema Ariston in Piazza Ottaviani, appositamente ridisegnati secondo un inedito progetto museografico.

“Ce ne sono anche di più grandi al mondo – dichiara Diego – ma nessuno è così bello e così preciso con un’attenzione maniacale ai dettagli. Il curatore del museo e project manager Alberto Salvadori è riuscito a dare continuità e valore aggiunto rispetto a quello che aveva fatto papà”.

Salvadori, con grande esperienza di gestione di istituzioni culturali ed esperto conoscitore dei linguaggi della contemporaneità, in collaborazione con lo studio milanese Karmachina e con i musicisti di Tempo Reale, ha ideato un ambiente sensoriale che interagisce perfettamente con il plastico.

“Il plastico è un grande progetto narrativo, un romanzo visivo – spiega appunto Salvadori -. È contestualizzato nella dimensione dello show, un oggetto con la propria autonomia estetica cui si affianca l’aspetto scenografico grazie a speciali videoproiezioni, alla sonorizzazione ambientale e alla scenografia delle luci. Tema fondante di tutta la narrazione è il treno. Il treno ha rivoluzionato il concetto di viaggio; ha attraversato la storia dell’arte, del cinema, della musica, della fotografia, della letteratura. Con le carrozze piene di spezie e cibi di ogni parte del mondo ha contribuito a cambiare le nostre abitudini alimentari. È un mondo denso di significati di cui HZERO cerca di dare pienamente conto.”

Concepito come un progetto in divenire, HZERO si configura come un’operazione progressiva soggetta nel tempo a continui interventi e aggiornamenti che ne preservano la resa estetica e funzionale. Il progetto architettonico è dell’architetto Luigi Fragola, incaricato del restauro e del riadeguamento funzionale degli spazi dell’ex cinema Ariston.

“Il progetto nasce dal desiderio di trovare un luogo, nel cuore della città, che rendesse questo gioiello visibile a tutti – dice Fragola -. L’aver trovato un vecchio cinema abbandonato, perfetto per accoglierlo, diventa al contempo l’occasione di ridonare alla città un luogo di intrattenimento perso. Dal cinema al viaggio gli spazi vengono trasformati per accogliere il plastico.”

Ubicazione e architettura concorrono alla realizzazione di un progetto che vede il treno come protagonista, simbolo di modernità e fulcro di infinite narrazioni artistiche e cinematografiche, dall’Impressionismo ai Fratelli Lumière fino al Futurismo e oltre. Mantenendo inoltre il profondo legame che il mondo del modellismo possiede con il gioco, l’invenzione e il saper fare, HZERO si sviluppa come uno spazio aperto a tutti i tipi di pubblico, in cui si svolgeranno anche attività educative ed esperienze ludiche e formative. HZERO ha avviato ancora prima dell’apertura un prezioso dialogo e una fattiva alleanza con Fondazione FS attraverso il suo direttore generale Luigi Cantamessa.

“La Fondazione FS sostiene con convinzione progetti come HZERO che puntano alla rigenerazione di spazi non utilizzati nei centri storici delle città italiane tramite la cultura ferroviaria – dice Cantamessa -. Anche la Fondazione FS vuole concorrere a questo processo in atto nel cuore della città di Firenze, con il restauro della Cabina ACE della stazione di Santa Maria Novella, capolavoro del razionalismo anni ’30 che porta la firma dell’architetto Angiolo Mazzoni. Confidiamo, nei prossimi mesi, di poter avviare i primi lavori di recupero al fine di valorizzare un altro meraviglioso angolo di città assieme alla sua stazione principale, vero monumento nazionale: Santa Maria Novella”.

All’inaugurazione era presente anche il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Uno spazio di cultura che apre, uno spazio troppo a lungo chiuso che riprende vita. Grazie al progetto della famiglia San Giuliano, finalmente inaugura un nuovo centro poliedrico e innovativo che attorno all’enorme plastico del treno inviterà grandi e piccini alla magia del modellismo raccontato per la prima volta in una maniera interattiva unica”.

E adesso anche il Marchese, da lassù, potrà godersi questo spettacolo.

Fabrizio Boschi

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