Maurizio Ficeli

L’Arno.it ha molto a cuore le varie risorse di Pisa e del suo territorio. A tal proposito siamo andati a conoscere Meri Gronchi, designer affermato, dal luglio 2020 presidente della Società operaia di Cascina (Pisa), un’associazione culturale che si occupa di valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del territorio e, fra le tante attività svolte, organizza mostre, convegni e incontri di vario genere. In questa intervista le abbiamo chiesto un po’ di cose della realtà che rappresenta.

Meri Gronchi e Silvano Del Guerra

Qual è la molla che l’ha spinta ad accettare questa avventura iniziata circa un anno e mezzo fa?
“Sono una disegnatrice di mobili, mio padre è tutt’ora falegname di mobili classici e sia io che mio padre, cascinesi doc, abbiamo sempre respirato l’aria del mobilio e dell’artigianato classico. Alcuni anni fa mi venne proposto da un mio collega, Silvano Del Guerra, consigliere della società, di fare una mostra dove avrei potuto esporre i miei disegni dalla progettazione alla realizzazione. All’epoca non sapevo dell’esistenza della Società Operaia pur essendo cascinese. Appena sentii il nome di questa associazione scattò qualcosa dentro di me, un amore a prima vista. Ma appena constatai lo stato di abbandono in cui versava la sede e le sue potenzialità non sfruttate, venni pervasa da un profondo dispiacere. Parliamo di un patrimonio di 160 anni, tutte straordinarie donazioni, di cui nessuno poteva godere perché era chiuso fra quelle mura, in via Curtatone. Così decisi di adoperarmi per questa associazione e da lì ho iniziato ad intraprendere questo percorso”.

Ci può illustrare la storia della Società Operaia di Cascina?
“La Società operaia di oggi, che è associazione culturale dagli anni 50, è nata nel 1863 come Società Operaia di Mutuo Soccorso. A quel tempo esistevano delle Soms a distanza di pochi km una dell’altra, anche perché non c’erano le auto e le distanze che oggi possono sembrare brevi a quel tempo non erano tali. Le Soms aiutavano i propri soci nella mutualità, nel sostentamento, ad esempio se un capofamiglia aveva problemi, si ammalava o veniva a mancare, la società provvedeva al sostentamento economico alla famiglia, oltre ad aiutare nell’istruzione, infatti i soci erano perlopiù contadini e falegnami. Nel 1871 la Società Operaia fondò la scuola nelle proprie stanze, oggi Liceo Artistico di Pisa e Cascina, per istruire i propri soci nel mondo dell’artigianato oltre a combattere l’analfabetismo. La Società Operaia nel 1869 fondò la prima biblioteca di Cascina. Ci si spostava con un barroccio andando ad istruire le famiglie povere e analfabete, i cui figli non potevano andare a scuola. Poi, negli anni 50, si trasformò in associazione culturale”.

Avete organizzato anche un Open day, di cosa si tratta?
“Quando ci siamo insediati come nuovo consiglio, come già detto prima, trovai che la sede era in uno stato non presentabile, neanche accessibile ai soci. In un anno ed in piena pandemia, con l’aiuto dei soli comuni cittadini e di alcuni volontari provenienti non soltanto dal Cascinese ma anche dalle province limitrofe, a titolo assolutamente gratuito abbiamo sistemato e pulito tutto ripristinando nove stanze a tema: la biblioteca storica, la stanza dei disegni artistici, quella della pittrice Antonella Ramba, attrezzi da falegnameria come pialle ed altri arnesi un tempo utilizzati, quella dei video e foto, sulla Mostra del mobilio e sulla Società cooperativa di consumo di Casciavola con varie collezioni. Il tutto frutto di donazioni di cittadini. Noi volontari siamo custodi di un grande patrimonio storico e culturale donato dai cittadini e questo ha reso sempre più importante la nostra associazione. Dallo scorso 20 luglio, inoltre, siamo entrati a far parte dell’Associazione piccoli musei italiani”.

Quando si svolgerà l’Open day?
“Domenica 21 novembre. Sarà una giornata piena con un percorso di circa due ore. Una parte verrà dedicata alla spiegazione del museo, poi faremo una piccola passeggiata per Cascina fino ad arrivare alla bottega di Enrico Bertini, che era un artigiano artista cascinese il cui laboratorio è stato trasformato dalle figlie in museo. Sarà un percorso arricchito da cortometraggi e sentiremo i suoni degli attrezzi della falegnameria. Le prenotazioni per questo Open day sono già al completo e questo la dice lunga sul successo dell’iniziativa”.

Ci sono altre società simili alla vostra in Italia?
“Lavoro per una ditta della Lombardia ed ho avuto modo di appurare che a Seregno (Milano) esisteva una Società di Mutuo Soccorso che ha avuto lo stesso percorso di quella di Cascina, anche se nata tre anni dopo. I soci erano lavoratori attivi nell’artigianato artistico. Quella società fondò l’Istituto d’Arte locale, settore disegno e plastica. Però, a differenza di Cascina, a Seregno sono state chiuse sia la scuola che la società”.

Maurizio Ficeli

 

Le foto sono state gentilmente concesse dalla presidente della Società operaia di Cascina

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