Ci sono ricordi infantili che non ti abbandonano mai e accompagnano la tua esistenza per sempre. Uno di quelli si riferisce a quando, cuccioletto agitato, volevo uscire per scalciare una sfera di plastica con gli amici nonostante i compiti da svolgere e la mamma si opponeva con vigore a tale desiderio. Le dicevo, tutte le volte, che se non mi mandava fuori io avrei fatto i compiti di “controvoglia” e mi sarebbero venuti male con relativo brutto voto scolastico. Ma non c’era versi, lei mi teneva inchiodato allo scrittoio finché non ero pronto. In compenso, ridacchiando, mi chiamava “signor controvoglia”. Nomignolo che vedrei bene rivolto al football che, secondo quel che ripetevano da giorni a ogni piè sospinto i poco flemmatici inglesi quando si tratta di calcio, sembrava destinato al “coming home“.

Già, perché vedendo che il football continua dal 1966 a non tornare a casa mi viene da pensare che forse, quando il tanto amato football inizia a percorrere la vecchia, perduta via di casa, viene preso da un attacco di “controvoglia” e non avendo una mamma che lo pungola come la mia, riesce a svicolare verso altri lidi.

Tra questi luoghi pare proprio, a giudicare anche da domenica sera, che sia molto attratto dal nostro paese, visto che ci ha fatto visita già quattro volte per i mondiali, due con questa per gli europei, e una volta, quando era sempre giovane, per le Olimpiadi. Quale sarà il motivo di una tale assidua frequentazione? Il clima? Il cibo? La simpatia italica? Io opto per il secondo: vogliamo confrontare la pasta col porridge?

SPIGOLATURE / Idee, recensioni, opinioni, fatti, chiacchiere di Guido Martinelli

 

Foto: Getty (ilGiornale.it)

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