Giovanni Caldara

Venerdì la rievocazione della storica corsa passa per Radda in Chianti e un relais di campagna organizza un’esperienza raffinata nel nome (mitico) di Tazio Nuvolari.

Ci sono esperienze che il solo evocarle o – per i più fortunati – riviverle sanno sprigionare tali e tante emozioni che il loro racconto ci trasporta in una dimensione mitica. Prendiamo la storica Mille Miglia: una corsa che è d’obbligo definire leggendaria e che, come retrogusto, ha quello altrettanto favoloso della Dolce Vita. Da queste parti, nel Chianti, la sua rievocazione giunta quest’anno alla 39ª edizione (16-19 giugno) passerà il prossimo venerdì 18 giugno. E se una storica maison come l’Officina Profumo- Farmaceutica di Santa Maria Novella le ha persino dedicato un’apposita acqua di Colonia – in cui «l’odore tipico delle gomme consumate da accelerazioni e brusche frenate si fonde ai sentori di benzina e di cuoio, tipici delle macchine d’epoca» – è opera invece di un affascinante relais di campagna, il Borgo di Vèscine a Radda in Chianti (SI), l’aver confezionato una proposta che quest’anno permetterà ai suoi fortunati ospiti di rivivere appieno un appuntamento che ha il profumo, senza tempo, dell’autentica “Nostalgia”.

La storica corsa disputata dal 1927 al 1957 passava proprio sulla vecchia Chiantigiana. E al suo pilota leggendario Tazio Nuvolari è dedicata la “trattoria on the road”, a Castellina in Chianti (SI), che si chiama appunto Enoteca Nuvolari: “Abbiamo voluto che il nostro ristorante fosse un omaggio a un grande italiano che ha vinto e ce l’ha fatta, ma che ha vinto per bene”, ci spiega Stefano Chieregati che di Vèscine e della vicina Enoteca Nuvolari è “project manager” (la proprietà è della signora Lucia Paladin), termine che tradotto potremmo semplicemente dire: ne è la sua anima. “E noi vogliamo anzitutto essere ambasciatori delle eccellenze della nostra terra: dal vino che produciamo nella nostra tenuta di Borgo di Vèscine ai sapori autentici del Chianti. Con i salumi già offerti durante l’aperitivo con la schiacciata e il nostro rigatino sino ai crostini con il capocollo e il prosciutto toscano stagionato per 24 mesi. Ovviamente non possono mancare i pecorini, i funghi porcini freschi con le tagliatelle fatte in casa, il cinghiale e, su tutti, sua maestà la bistecca alla Fiorentina della macelleria Rocchigiani di Radda”.

Autenticità e contraffazione: un abisso, questo tra i due termini, che è invalicabile sebbene la tentazione di scorciatoie e guadagni facili abbia fatto capolino anche in queste terre con l’obiettivo di acciuffare un turismo che si credeva facile. La pandemia ha scoperto più di un bluff, svelando chi invece i numeri ce li ha, eccome, e sa imporsi come esempio di ospitalità da seguire, nel segno – dicevamo – di un vincere, ma di un vincere con stile e in maniera onesta: “Il progetto del Borgo di Vèscine – prosegue Stefano – si sviluppa nel 2017. Questo è un borgo millenario, con documenti che risalgono all’anno mille quando i monaci benedettini vennero inviati dall’allora potentissima diocesi di Poggibonsi per coltivare qui cereali, ma anche la vite e l’olivo. Fino al 1952 è rimasto un borgo agricolo e soprattutto un luogo con un’anima che è stato nostro compito recuperare e restituire all’ospite perché ne vivesse appunto l’incredibile fascino”.

Di qui le opere di ripristino dei bellissimi muri di pietra a secco, ora inseriti nel patrimonio Unesco, che definivano gli antichi terrazzamenti utilizzati nel passato per le coltivazioni eroiche, oggi di nuovo cuore del Borgo di Vèscine: il vino, anzitutto, con la regia di un grande enologo come Franco Bernabei che ha dato vita a vini come il Chianti Classico d’annata “Bellincione”, il Chianti Classico Riserva “Il Passionista”, e presto anche un Supertuscan che avrà il nome di Orbacco. C’è poi l’olio, l’orto con i suoi frutti e le erbe officinali e soprattutto un sofisticato concetto di ospitalità che punta, riuscendoci, a essere anzitutto esperienziale: dall’organizzazione di cene nella piazza del borgo alla creazione di un format conviviale in cui il grande tavolo si allunga tra gli ulivi secolari sotto le stelle e in compagnia del canto dei grilli. E di nuovo una cura attenta alla materia prima, a filiera cortissima (quella servita nel ristorante del relais, aperto anche agli ospiti esterni, è sotto la guida sensibile dello chef Ranieri Ugolini e del sommelier Andrea Zanibelli; l’Enoteca Nuvolari invece è curata dallo chef Carlo Lombardo). Ventotto tra camere e le suite (con prezzi che partono dai 200 euro a camera con prima colazione) arredate con uno stile rustico-raffinato dove è bello indulgere in un relax che si prolunga poi a bordo piscina. E dunque è tempo di godersi il fascino della rievocazione storica della Mille Miglia 2021 (l’offerta Mille Miglia prevede due notti con due cene gourmet e il palco privato a Radda per assistere alla gara a un prezzo di 1500 euro per due persone), che è tanto celebrazione di un mito ma insieme, anche, di uno stile di vita.

Giovanni Caldara

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