Il suo nome faceva parte della lista dei latitanti più pericolosi: Roberto Vivaldi, pratese, ricercato dal 1997, viveva sotto falso nome in Venezuela. Doveva scontare una condanna a 20 anni e 9 mesi di reclusione per reati contro il patrimonio, anche di tipo associativo, e reati concernenti la disciplina del fallimento. È stato fermato ad Isla Margarita dagli agenti dell’Interpol di Caracas. Come hanno fatto a trovarlo? L’indagine, molto lunga, ha scandagliato il web e i profili social, incrociando moltissimi dati: alla fine gli investigatori dello Sco e della squadra mobile di Prato, in collaborazione con lo Scip, sono riusciti a risalire alla nuova identità utilizzata da Vivaldi, che gestiva una piattaforma online per la compravendita di dischi musicali.

Vivaldi (al numero dieci della lista dei maggiori ricercati italiani all’estero) agli agenti che l’hanno fermato ha detto di chiamarsi Flavio Febi. È uno dei due latitanti italiani arrestati nei giorni scorsi in Venezuela grazie alla collaborazione tra le autorità di polizia italiana e l’Interpol nell’ambito del progetto Wanted 3. È stato localizzato grazie ad un agente dello Sco che, agendo sotto copertura, è riuscito ad entrare in confidenza con lui e a fissare un incontro a cui si sono presentati gli uomini dell’Interpol.

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