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Elisa Bani: “Ecco perché a Cascina la Lega è stata sconfitta”

- Politica
12 Ottobre 2020

Dopo quattro anni il centrosinistra si è ripreso il comune di Cascina (Pisa), con Michelangelo Betti che al ballottaggio ha sconfitto Leonardo Cosentini. Ne abbiamo parlato con la giornalista Elisa Bani, che dirige Sestaporta.news e da cittadina cascinese conosce bene i problemi e le potenzialità del secondo comune della provincia di Pisa.

A suo parere è stato più un voto per Betti oppure un voto contro l’amministrazione leghista? 
Quando i cittadini decidono di non confermare un’amministrazione uscente credo sia una presa di posizione chiara di dissenso. Quindi i cittadini avrebbero scelto altro da Ceccardi in ogni caso. Resta il fatto che Cosentini fosse a mio avviso già una forma di politica in controtendenza rispetto a quella “ceccardiana”, o almeno si è scelto di spingerlo in quella direzione. Con questo non voglio sminuire affatto il ruolo di Betti che comunque è riuscito a ben incanalare quel dissenso, visto il risultato raggiunto superiore di quasi 10 punti.

Il candidato del centrodestra Leonardo Cosentini è apparso molto pacato e moderato in campagna elettorale. Questo distacco dalla Lega da battaglia, eppure, non l’ha premiato. C’è stato qualche errore di comunicazione o, secondo lei, è stato comunque ben identificato con il partito di Salvini e Ceccardi?
Come ho detto Cosentini ha cercato per primo di raccogliere il dissenso. Il fatto però di aver preso parte comunque alla vecchia amministrazione ha reso meno credibile il suo messaggio di “Ora si può”, inizialmente ed erroneamente lanciato sui propri manifesti.

Rispetto al primo turno Betti ha allargato la propria coalizione apparentandosi con Fabio Poli e Cristiano Masi. Questo, oltre a portargli un bacino di voti potenzialmente più grande, ha fatto di Cascina, per certi versi, un laboratorio politico, con la prima alleanza organica tra centrosinistra e M5S. Vede questo esperimento replicabile anche altrove a partire dalla prossima tornata amministrativa?

Non è la prima volta che si fa un discorso del genere, diciamo che ormai è scientificamente provato che si vince quando si è uniti. Stavolta la frammentazione c’è stata a destra. Dico solo che è sempre più facile stare uniti all’opposizione, la sinistra dovrebbe riuscire a imparare a farlo anche dove governa.

Così come fu eclatante il successo della Ceccardi nel 2016, altrettanto forte oggi è il suo ritorno sotto il controllo del centrosinistra. In 4 anni i cascinesi hanno dimostrato di sapere punire e mandare a casa due amministrazioni uscenti: segnale, questo, di un forte malcontento tra ci cittadini. Quali sono, a suo avviso, i problemi più urgenti da affrontare?
I cittadini si sono sentiti del tutto abbandonati da chi avevano scelto per cambiare. È mancata totalmente una visione programmatica: nessuna proposta, nessuna linea politica chiara. Si sono sentiti lasciati allo sbando in un periodo di particolare difficoltà generale. Cascina è diventata una città fantasma, nessuna iniziativa pubblica, nessuna manifestazione, e non solo a causa del Covid. Io sono cittadina cascinese. Se fosse chiesto a me adesso quale sia la priorità direi le scuole: mio figlio non ha più pre e post scuola, e la sua classe esce alle 12.30… per me adesso il problema principale è questo. Mi rendo conto delle enormi difficoltà dovute alla contingenza storica, ma l’amministrazione ha il dovere adesso di mettere ad un tavolino tutte le risorse disponibili, da quelle pubbliche a quelle private, dalle associazioni al volontariato.

C’è qualche curiosità o aneddoto che più l’ha colpita in queste elezioni appena concluse? 
A dire il vero sono abituata a “stranezze politiche”. A dire il vero è stata una campagna abbastanza sottotono, ma vorrei privare questa parola di qualsiasi connotazione negativa: che sia davvero il punto di svolta per una politica finalmente lontana da certi toni beceri e prese di posizioni “calcistiche”?

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