La notizia esce nella serata di venerdì 31 luglio: i treni ad alta velocità potranno viaggiare al 100% della capienza. Si possono acquistare tutti i posti a sedere, secondo quanto prevede l’allegato del Dpcm di luglio. Sono previsti solo alcuni obblighi: autocertificazione all’atto dell’acquisto del biglietto in cui si dichiara di non essere affetti da Covid-19 né di essere stati a contatto con persone colpite dal virus, misurazione della temperatura (limite 37,5 gradi) prima di salire sul treno, mascherina obbligatoria da sostituire per i viaggi superiori alle 4 ore. Resta esclusa la possibilità di utilizzare i sedili contrapposti (faccia a faccia) nel caso in cui non sia possibile garantire permanentemente la distanza interpersonale di almeno un metro, ferma restando la possibilità di derogare a tale regola qualora i passeggeri siano conviventi nella stessa unità abitativa. Viene subito da chiedersi: non ci sono più problemi se stiamo seduti uno accanto all’altro? Ogni pericolo è passato? Ci sembrava di aver capito diversamente ma… in fondo è meglio così.

Il giorno dopo, sabato 1° agosto, una caldissima giornata di piena estate, arriva il dietrofront. “È giusto che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora”, afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela. Per questo ho firmato un’ordinanza che ribadisce che in tutti i luoghi chiusi, aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l’obbligo delle mascherine. Questi sono i due principi essenziali che, assieme al lavaggio frequente delle mani, dobbiamo conservare nella fase di convivenza con il virus”.

Lo stop del distanziamento sui treni aveva suscitato la preoccupazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico ma anche di virologi ed epidemiologi, preoccupati dei possibili effetti sull’andamento del contagio.

Questo balletto avanti e indietro, sulle regole da seguire, è davvero imbarazzante e crea sconcerto tra i cittadini. Alla stazione di Milano una ragazza diretta in Toscana interpellata dall’agenzia Agi è perplessa: “Non ne sapevo nulla, se avessi saputo avrei indossato un altro tipo di mascherina, per proteggermi meglio. Spero abbiano messo delle strutture divisorie tra uno e l’altro”. Un altro viaggiatore, appena arrivato da Roma a bordo di un treno Italo: “È una porcheria quella che vogliono fare. I posti erano tutti occupati, eravamo tutti vicini, ma alcuni di noi, per senso di responsabilità, hanno deciso di spostarsi nei posti vuoti non prenotati, dove non era seduto nessuno”.

Nel tardo pomeriggio esce una nota del Ministero dei Trasporti, che mette le mani avanti: Le linee guida allegate al Dpcm del 14 luglio non avevano reintrodotto il riempimento al 100%, ma una deroga al distanziamento sociale di un metro a certe condizioni che, se poste in essere, avrebbero aumentato la capacità dei vagoni, pur non permettendone il riempimento totale. Oggi, a distanza di 16 giorni, dopo un confronto con il ministro Speranza e valutata la curva dei contagi, si è concordata una decisione prudente sulle capienze dei treni ad Alta Velocità per non correre inutili rischi. Alla luce di ciò, i treni continueranno a viaggiare con le stesse regole finora applicate senza alcuna deroga. Inoltre, per tutto il sistema di trasporto pubblico, è stato chiesto al Cts di rivalutare complessivamente tutte le linee guida già allegate al Dpcm del 14 luglio e di fornire un parere sulle nuove linee per il trasporto scolastico”.

Ma è mai possibile gestire le cose in questo modo? La notizia dei treni ad alta velocità su cui si poteva viaggiare al 100% della capienza è uscita da sola, materializzandosi sulle agenzie di stampa e sui computer dei giornalisti? Signori, vi chiediamo maggiore responsabilità. Quella stessa responsabilità che noi cittadini nella stragrande maggioranza abbiamo dimostrato nei mesi difficili dell’emergenza.

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