La “cura” per i malati di coronavirus potrebbe arrivare dal plasma dei pazienti guariti. All’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa parte una sperimentazione volta a utilizzare il plasma di pazienti convalescenti guariti dal Covid-19 sui malati critici con polmonite in ventilazione assistita. Lo studio ha ottenuto il via libera dal Cnt-Centro nazionale sangue, che ha autorizzato protocolli di selezione dei donatori in ogni regione ed è ora sottoposto all’approvazione del Comitato etico locale per il via libera. L’azienda ospedaliera di Pisa ha acquisito nei giorni scorsi il macchinario per l’inattivazione dei germi patogeni, fondamentale per poter utilizzare la componente liquida del sangue senza rischi. Sono stati anche acquistati i kit ed è stata effettuata la formazione del personale. Ora si tratta di scegliere i pazienti a cui estrarre sangue. Al momento non esiste ancora un trattamento specifico per Sars-CoV2 ma, come accaduto per altre epidemie virali (ad esempio Ebola e Mers-CoV) l’uso di plasma da soggetti convalescenti sopravvissuti all’infezione, ha dimostrato che può avere un ruolo terapeutico.

Obiettivo primario è verificare l’efficacia del plasma su pazienti affetti da grave insufficienza respiratoria per polmonite interstiziale da Covid-19. Inoltre si valuta attentamente anche il recupero dei pazienti, per cercare di capire se si accorcia il periodo di criticità per i malati curati con questa terapia. I pazienti selezionati alla terapia, previa acquisizione del consenso (dal diretto interessato o dei familiari) sono adulti, con positività al Sars-CoV2, polmonite grave da almeno dieci giorni attestata da imaging radiologico, insufficienza respiratoria grave e necessità di ventilazione meccanica o tramite Cpap.

Il professor Francesco Menichetti (nella foto), direttore della clinica di malattie infettive e coordinatore del progetto, spiega che “è importante partecipare alla ricerca e sfruttare questa terribile epidemia per fare passi avanti. L’utilizzo del plasma iperimmune da pazienti guariti su pazienti critici esiste già in letteratura e crediamo che questo possa influenzare positivamente la prognosi. Pisa sarà capofila per la Regione Toscana ma anche per Lazio, Campania, Molise, Marche e le Forze armate. Questo significa essere agganciati ai protocolli nazionali Aifa e ritengo che fare ricerca, capirne di più, sia nostro dovere e il nostro preciso impegno. Oltretutto il plasma di un donatore potrà essere utilizzato su tre pazienti, e questa è sicuramente una prospettiva terapeutica interessante”.

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