Dall’analisi dei dati sui contagi da coronavirus pare che ci sia ancora da stringere la cinghia e resistere. “Lo scenario su cui stanno lavorando gli esperti prevede un picco intorno al 28 di questo mese – dice ai microfoni della Rai il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi -. Un’onda e un picco che dovrebbero essere contenuti già con le dotazioni che abbiamo, senza bisogno dei duecentotrentasette posti letto aggiuntivi. Bene lavorare e prepararsi al peggio perché se poi il peggio dovesse avvenire la vita umana deve stare al primo posto. Vogliamo curare tutti, la salute deve essere la priorità del sistema pubblico”.

“Con la costruzione dei nuovi ospedali avvenuta negli ultimi quindici anni in Toscana le terapie intensive sono già cresciute di un terzo passando da trecento a quattrocentoquarantasette posti letto di terapie intensive. Una parte di questi verrà utilizzato, se il fenomeno dovesse verificarsi, per curare i malati che sono affetti da questa brutta malattia. Noi calcoliamo che con la riduzione programmata delle attività dei quattrocentoquarantasette posti letto, se ne possano utilizzare duecento-duecentoventi, forse anche di più”.

Intanto la Protezione Civile della Regione Toscana ha avviato una prima distribuzione di mascherine di tessuto non tessuto a Comuni, associazioni di volontariato e cooperative associate per garantire agli operatori di poter continuare a svolgere in sicurezza le proprie mansioni. Le mascherine sono prodotte da alcune aziende locali, prontamente riconvertitesi al bisogno di questi tempi, e sono in corso i contatti con l’Istituto superiore di sanità per validarne formalmente le caratteristiche.

“Per far fronte alla impellente richiesta di dispositivi di protezione individuale – ha aggiunto il presidente Rossi – la Regione Toscana ha organizzato la produzione in loco di mascherine chirurgiche di buona qualità, in Tnt e con triplo strato, testate dall’Università di Firenze, attivando la filiera produttiva grazie al supporto di alcune aziende locali in grado di produrne 100.000 al giorno. Questo ci permette di poter rifornire di questi importanti dispositivi di protezione individuale tutto il personale sanitario e non solo. La protezione è una condizione decisiva per chi svolge professioni essenziali negli enti locali e per gli operatori di cooperative e volontariato”.

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