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Lo sfogo di Rocco Commisso

- Sport
3 Febbraio 2020

Paolo Lazzari

Metterci la faccia non è mai una cosa banale. Aggiungere parole affilate come lame, ancora meno. Rocco Commisso from Usa, tuttavia, dimostra di non avere timori reverenziali di sorta. Ieri, davanti alle telecamere di mezzo mondo – consapevole che le sue dichiarazioni sarebbero rimbalzate con forza anche negli States – il primo tifoso viola ha dato voce ad un sentimento che accomuna tutte le squadre d’Italia. La dialettica è stata un macigno: “Vergogna” e “Schifo”, “L’arbitro ha deciso la partita”, non sono cose che si sentono tutti i giorni, specialmente se ti trovi nella pancia dello Juventus Stadium.

Tuttavia sarebbe sbagliato attribuire i soli torti arbitrali patiti ieri al duro sfogo di Commisso. Il suo – come del resto quello di una società intera – è un malessere che monta da lontano. Perché contro il Napoli la Fiorentina ha vinto, ma non le è stato assegnato un rigore limpido. Perché contro il Genoa si sono verificate altre situazioni fortemente dubbie. E poi sì, perché domenica, allo Stadium, nemmeno il Var ha bloccato sul nascere una palese ingiustizia. Il secondo rigore per i bianconeri, quello che di fatto ha chiuso la gara, evidentemente non c’era: Bentancur si incunea in area, Ceccherini frappone il corpo come qualsiasi difensore esperto e l’uruguaiano collassa al suolo. “Ma almeno c’è il Var”, hanno tirato un sospiro di sollievo i tifosi viola: e invece no, nemmeno per idea. L’arbitro Pasqua ha elargito brividi di rabbia per un intero popolo, quello fiorentino, che si sente ancora una volta defraudato.

Così si legittima e si comprende la reazione di Rocco: se investi 300 milioni (tra acquisto del club e faraonico mercato di gennaio), poi è normale che quantomeno ti girino. Perché la Juve, come ha detto il presidente – accodandosi in questo a centinaia di altri prima di lui – “ha un monte ingaggi tale da poter vincere senza aiutini”. Palla avvelenata, dunque. Nel post gara Pavel Nedved ha provato a disinnescare questa reazione termonucleare, offrendo un tè pacificatore: tentativo andato a vuoto. “Il tè se lo beva lui”, ha replicato Commisso stizzito. “Ora – dicono già in molti – attenzione alla reazione del Palazzo: quando qualcuno arriva a sventolare la realtà delle cose in faccia, sa essere tremendamente vendicativo”.

Accuse lanciate nel vuoto forse, o forse no, chissà. Per capirlo bisognerà attendere l’atteggiamento degli arbitri dalla prossima gara in poi. Di sicuro il presidente avrebbe potuto livellare i toni, ma fanno sorridere prese di posizione come quella di Billy Costacurta, che ha detto: “Commisso non può venire dagli Usa a parlarci di vergogna. Dovrebbe avere la loro cultura sportiva”. Facile a dirsi quando il portafoglio dal quale sono usciti milioni di euro non è il tuo. Cosa succederà dunque, dopo lo sfogo che ha fatto stringere tutta Firenze intorno a Rocco? Difficile dire adesso se sortirà l’effetto desiderato, ma di sicuro, da ieri, la Serie A ha un protagonista in più. E non gioca sul rettangolo verde.

 

Foto: Facebook

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