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Firenze, Salvini lancia la candidatura di Ubaldo Bocci. Che parte dalle periferie

- Politica
1 Aprile 2019

“Io posso fare poco, Firenze è nelle vostre mani”. Usa queste parole Matteo Salvini, ministro dell’Interno e vicepremier, per lanciare la candidatura a sindaco del centrodestra a Firenze di Ubaldo Bocci. Sessantadue anni, cattolico liberale, Bocci è manager e consigliere d’amministrazione di Azimut,  gruppo che si occupa di consulenza e gestione patrimoniale. Per anni è stato presidente nazionale di Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari), la cui guida ha lasciato prima di accettare di candidarsi in politica.

Durante il comizio in piazza dei Tigli, nel quartiere dell’Isolotto, Bocci ha detto: “Il 26 maggio uscite dalle vostre case e cambiamo insieme Firenze. Voglio essere il sindaco dei fiorentini. Firenze deve cambiare e per la prima volta può farlo. C’è voluto un po’ per arrivare a questa candidatura, spero di meritare la fiducia di alleati e fiorentini. Sono orgoglioso di essere cattolico e fiorentino”. Poi ha voluto ricordare ai propri concittadini un concetto chiave: “Noi diamo la possibilità di scelta, dopo decenni i fiorentini hanno finalmente un candidato che può vincere, che può governare, una squadra che ha voglia di governare e ha voglia di cambiare questa città che qualcuno ha preso per un circolo del Pd”.

Salvini da parte sua ha ricordato che Firenze è “una splendida città che merita tutto, non solo in centro. Noi siamo partiti da una periferia perché vedo molti lavori e molti cantieri in centro, però Firenze non è solo il centro, non è solo piazza Duomo… Sempre partiamo dalle periferie per risolvere per avere un’idea di città diversa più sicura, dove si lavora meglio, con meno tassazione locale, meno problemi di parcheggio. Quindi quello che può fare un sindaco. L’idea di città che mi sembra che la sinistra a Firenze ma anche a Prato non abbia più da tempo”.

Renzi: “Salvini si sciacqui la bocca”

“Questa è la mia città. E oggi all’Isolotto – nel quartiere satellite voluto da Giorgio La Pira al grido ‘Non case, ma città’ – la mia città ha accolto un venditore di fumo che ogni tanto si ricorda di essere il ministro dell’Interno”. Lo scrive su Facebook Matteo Renzi, pubblicando la fotografia di uno striscione appeso a un balcone (guarda sotto): “Nei luoghi di La Pira – aggiunge – Salvini è stato accolto così: ‘vogliamo un mondo senza odio’. Nel giorno in cui tutti gli indicatori economici crollano, Salvini attacca i risultati economici del governo del fiorentino. Una faccia di bronzo senza precedenti: con noi era crescita, con lui recessione. Ma la mia città accoglie tutti, persino i venditori di fumo. E allora, caro Salvini, ricordati che la mia città ha educato il mondo intero e oggi ti ha accolto dicendo che ’Vogliamo un mondo senza odiò. Prima di parlare dei risultati della mia città, sciacquati la bocca. Perché la mia città – conclude – si chiama
Firenze, e Firenze sa riconoscere da lontano i venditori di fumo. Viva la bellezza, viva Fiorenza”.

 

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Giornalista.

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