Un terribile incendio si è mangiato buona parte dello stabilimento balneare Gilda di Vittoria Apuana, a Forte dei Marmi (Lucca), ma il giorno dopo il ristorante del bagno era già aperto, sia pure a ranghi ridotti. La voglia di rimboccarsi le maniche dei gestori supera anche le avversità più pesanti. I vigili del fuoco sono intervenuti con tre squadre verso le 5.50 di sabato mattina per domare le fiamme. Il loro lavoro è andato avanti per ore, tra fatica e apprensione, quando si sono uditi due boati, forse per lo scoppio di alcune bombole di gas. Cosa ha scatenato l’incendio? Forse un corto circuito, ma non si può escludere nulla. L’intervento dei vigili è stato tempestivo, fortunatamente aiutato dalla mancanza di vento, come confermato da alcune persone che abitano proprio davanti al bagno.

Il bagno Gilda, uno dei più esclusivi del Forte, è gestito da alcuni anni dalla famiglia di Riccardo Di Giovanni, di Massa. Il giorno dopo il disastro il ristorante (nella parte salvatasi dalle fiamme) era già ripartito, grazie ai De Giovanni e ai loro dipendenti, certo, ma anche ad una straordinaria solidarietà che è scattata in modo spontaneo tra clienti. C’è anche chi si è offerto di finanziare i lavori per far ripartire a pieno regime lo stabilimento prima possibile. Domenica mattina un messaggio su Facebook eloquente: “Per chi vorrà venirci a trovare, la nostra cucina è pronta. Siamo a servizio ridotto, ma siamo davvero molto contenti di accogliervi”. La voglia di fare che supera la tristezza e lo sconforto.

Molto soddisfatto, comprensibilmente, il gestore Di Giovanni: “Ci siamo riusciti, non era facile. Ma non volevamo darci per vinti dopo l’incendio, anche se siamo ancora sconvolti. Abbiamo investito nella ristrutturazione dello stabilimento balneare e delle cucine e questo ci ha salvato”. Fondamentali, quanto risulta, sono state le porte tagliafuoco installate da non molto tempo. Di Giovanni esclude che sia stato un incendio doloso: “Nessuno ce l’ha con noi. Facciamo questo lavoro da 36 anni, prima ha cominciato mia suocera, poi siamo arrivati io e mia moglie. Ora anche uno dei miei figli lavora con noi”. Ma toccherà agli inquirenti accertarlo con esattezza.

 

Foto: Vigili del fuoco

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