Peccioli è un borgo di poco meno di 4700 abitanti che domina la valle dell’Era, lungo la strada che da Volterra porta a Pisa. Ha ricevuto la “Bandiera arancione” dal Touring Club Italiano, il riconoscimento viene dato alle località italiane con meno di 15.000 abitanti che, oltre ad avere un importante patrimonio storico, culturale e ambientale, abbiano saputo valorizzare il proprio territorio in termini di sostenibilità ambientale e accoglienza di qualità.

Oltre alle bellezze tipiche dell’entroterra toscano, con le sue colline e la sua storia, Peccioli è divenuta famosa per alcuni importanti progetti culturali nell’ambito dell’arte contemporanea. Da circa trent’anni, infatti, il borgo ospita artisti di fama internazionale che vi realizzano opere e installazioni, anche permanenti, le cui foto arrivano in tutto il mondo, innescando un effetto traino considerevole a livello turistico. Stiamo parlando del “museo diffuso” con le opere dislocate tra Peccioli e le sue frazioni.

Questa ricchezza culturale nasce dalle risorse che il Comune trae dal trattamento dei rifiuti della Belvedere Spa. Una storia che parte da lontano, dal 1990 per l’esattezza, quando la discarica di Legoli (piccola frazione di Peccioli) sarebbe dovuta essere chiusa una volta per tutte. C’era anche l’idea di chiudere il grande impianto di Firenze e di portare tutti i rifiuti al Sud. L’emergenza rifiuti cominciava ad essere forte, non solo in Toscana ma in tutto il Paese, e dall’esigenza di bonificare un territorio fortemente inquinato (con una spesa di almeno quattro miliardi di lire) fu ideato un progetto ambizioso e innovativo, volto a creare valore dai rifiuti, seguendo i modelli virtuosi del Nord Europa.

Da enorme problema la discarica di Legoli è diventata risorsa, col nuovo impianto che accoglie e tratta tonnellate di rifiuti da tutta la Toscana, smaltendo e riciclando. La società per il 64% appartiene al Comune, mentre per il restante 36% agli azionisti sparsi nel piccolo paese. Gli utili nel corso degli anni sono stati reinvestiti in opere pubbliche (un parcheggio, un teatro, diversi servizi utili) migliorando in modo sensibile la vita dei cittadini residenti. Sono stati utilizzati anche per promuovere cultura e iniziative legate all’arte.

Tutto è nato dai rifiuti e dall’inquinamento. Anziché piangere e lamentarsi a Peccioli si è affrontato di petto il problema, trasformandolo in risorsa. E i frutti, piano piano, si sono visti.

Oggi non vi parliamo di questo modello virtuoso ma di una nuova sfida di Peccioli, quella di diventare “Il Borgo dei Borghi“, il concorso di Kilimangiaro (Raitre) che mette a confronto i più bei borghi italiani. Una gara tra paesaggi e scorci mozzafiato, tradizioni vive e capacità degli abitanti di dare lustro al proprio paese. Peccioli ce la può fare. Se volete votare Peccioli potete farlo qui.

 

 

Foto: Wikipedia

Scrivi un commento