Sarà bene metterselo tutti in testa, a partire dalla Società, dal Mister e dai giocatori. Dopo sette partite questo è il Pisa, gli errori sono sempre gli stessi, le lacune sono rimaste invariate, il gioco continua a latitare. Contro un buon Cosenza, squadra ottimamente costruita da Gemmi, i Neroazzurri hanno offerto un’altra pessima prestazione: i “passi avanti” visti a Reggio Emilia andavano confermati, ma così non è stato, anzi.

È andato in onda il solito ormai stucchevole e improduttivo giro palla e, puntuale come un orologio svizzero, si è replicata la solita ingenuità difensiva, perché non esiste prendere un gol quasi in contropiede, visto che i cosentini sono andati in porta con tre passaggi, infilandosi con facilità nelle praterie lasciate vuote dai ragazzi di Aquilani. Mister per quanto ancora dovremo assistere ad una formazione con due giocatori a centrocampo?

Non parliamo poi della clamorosa ingenuità di Barbieri, ammonito e già graziato dal secondo giallo: Aquilani doveva immediatamente sostituirlo e invece… altro cartellino e Pisa in dieci (già nel primo tempo), per la quarta volta in sette partite, viene quasi da sorridere tanto è l’imbarazzo.

Poiché è ormai evidente che si faccia una grandissima fatica a buttarla dentro (ma c’è ancora chi sostiene che il mercato é stato giusto così….), bisognerebbe cominciare a cercare di non prendere reti, inutile ostinarsi in un credo tattico che prevede una marea di passaggi che permettono agli avversari di posizionarsi, stare a guardare e poi ripartire appena riconquistata palla con un pressing minimale.

Oltre alla solita vulnerabilità ieri più che mai è emersa tutta l’incapacità di essere pericolosi davanti e incredibilmente prevedibili. Eppure Masucci l’aveva rimessa in pari: sfortunato Tano, sempre bellissimi gol spesso purtroppo inutili per il risultato finale. E certo non è colpa sua se a tempo scaduto ci si fa infilare di nuovo come “polli”.

Allora sarà bene resettare da subito l’obiettivo che, giocando così, lenti, innocui, mai verticali e dietro perennemente incerti può essere solo quello di salvare la categoria.

Chissà cosa ne pensa Knaster, probabilmente non lo sapremo, visto quante poche parole ha fino ad ora detto alla tifoseria in tutti questi anni.

Mentre la città aspetta una replica ufficiale della società sulla questione centro sportivo, si delinea una settimana di passione per preparare la difficilissima trasferta contro uno Spezia ovviamente ritrovato, domenica 8 ottobre alle 16.15.

Solo una potente iniezione di autocritica da parte del Mister può contribuire a raddrizzare una barca che fa acqua da tutte le parti, anche dal punto di vista della tenuta fisica e mentale.

Solo una attenta rilettura degli errori di mercato può aprire la strada a quei rinforzi che, a gennaio, saranno inevitabili per salvarsi, perché che dietro occorra un centrale difensivo di esperienza e di personalità e davanti una punta che la butti dentro lo vede ormai chiunque: si, stravolgendo il modulo ed il modo di stare in campo, se è questa la prevedibile obiezione.

Snobbare il pericolo retrocessione rischia di farci fare la fine del Benevento della passata stagione. Bene alzare da subito, tutti, il livello di guardia: fate quello che volete, ma non riportateci in serie C con le vostre ostinazioni se continuano a generare errori, sconfitte e una classifica che fa sempre più paura.

Andrea Cosimi

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