“Rachele” è il nome del “Requin” marinese, portacolori dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa che farà bella mostra di sé nella prima uscita ufficiale a Viareggio dal 12 al 15 ottobre durante il XVIII Raduno Vele Storiche. Una grande soddisfazione per Mauro Renzetti: “È stato molto impegnativo anche recuperare le parti logorate dal tempo e riprodurle restando fedeli all’originale con gli stessi materiali, ma il risultato è stato confortante”, dice Renzetti durante il varo dell’imbarcazione, che ora aspetta la messa a punto in acqua. “Ma siamo molto contenti, la barca è molto bella ed elegante e come tutte le barche belle navigherà sicuramente bene”.

Requin è un progetto del 1930 quando un architetto finlandese, Gunnar L. Stenback (1888-1947), disegna un’imbarcazione che riunisce le caratteristiche della crociera e della regata e in più ha un pregio molto speciale: è economica, caratteristica molto importante per avvicinare alla vela quante più persone possibile, e la presenta sulla rivista di nautica Frisk Bris (settembre 1930). Fino ad allora avere una barca da regata era un piacere riservato a pochi facoltosi armatori che potevano permettersi barche grandi e costose, ma questa barca di metri 9,60 di lunghezza, larga 1,90, con un pescaggio di 1,10 e un dislocamento di 1900 kg ha immediatamente un grande successo.

I materiali da costruzione sono poco costosi: pino del nord e quercia, ferro per la chiglia (750 kg), velatura ridotta per non aver bisogno di grossi e costosi verricelli. Una chiglia poco profonda per navigare in sicurezza nel mare del Nord. “Per ottenere una barca con un buon rapporto qualità-prezzo e capace di affermarsi come una classe all’interno del nostro sport velico dovremmo a mio avviso adottare gli stessi principi di Henry Ford, anche se su scala ridotta. L’unico modo per dare pienamente una soluzione al problema economico”.

Questa è la filosofia di Stenback e la Helsinki Sailing Society fa subito suo questo spirito impegnandosi nella diffusione di questa nuova imbarcazione che ottiene un grande successo tanto da essere esportata in tutto il Nord Europa. Fino al 1960 è la barca da regata più diffusa nel paese che l’ha vista nascere e che vede 290 barche registrate. Il nome originale è Hajen (in finlandese) che significa squalo e quando i francesi decidono, prima della Seconda Guerra Mondiale, che quella è la barca giusta per diffondere un monotipo veloce, adatto anche alla piccola crociera ed economico, lo scafo finlandese batte le altre due imbarcazioni simili per caratteristiche: il Dragone e il Folksboat.

In francese squalo si dice “Requin” e di queste imbarcazioni ne sono state costruite in legno 490, molte continuano a regatare a quasi cento anni dal varo del primo scafo, grazie all’Association Francais Propriétaires de Requin (A.F.P.R.) nata nel 1934. Il legno ha lasciato spazio a materiali più moderni, ma le linee d’acqua sono rimaste le stesse che ne fanno un’imbarcazione veloce di bolina, che tollera un buon angolo di sbandamento che, allungando il galleggiamento, fa aumentare notevolmente la velocità grazie anche ai 21,5 mq di superficie velica tra randa e fiocco (misure dell’originale finlandese, i francesi aumentano i mq fino a 30).

Quando lo sbandamento aumenta è necessario ridurre la velatura di prua o terzarolare la randa. Le imbarcazioni in legno regalano un colpo d’occhio veramente unico con tre metri di slanci veramente affascinanti e adesso anche a Marina di Pisa è possibile ammirare questo gioiello della cantieristica abilmente restaurato dal suo armatore Mauro Renzetti nel cantiere La Fornacina. Renzetti e suo figlio Daniele hanno mantenuto tutta l’attrezzatura originale su questo scafo costruito nel 1963 da Pouvreau (n. di serie 304) restaurando le parti mancanti o logorate dal tempo.

Andrea Bartelloni

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