Ilaria Clara Urciuoli –

Tra un marciapiede e un palazzo, tra bidoni e panchine, tutti simboli spenti di un’antropizzazione spinta del paesaggio, troviamo fiori e piante nei nomi delle strade, nei desideri di un giovane artista che di cemento e lamiere fa la sua tela, di parcheggi e palazzi una cornice.

Ed ecco che l’Isolotto torna a raccontare il suo passato agreste cancellato, o meglio trasformato, a più riprese dallo sviluppo urbano, dall’industrializzazione (con maioliche, fonderie, officine esplose nell’Ottocento e oggi chiuse) e poi, nel secondo dopoguerra, dalla costruzione di abitazioni popolari. A far fiorire le mura dell’Isolotto Fabio Petani, classe 1987, piemontese che porta avanti nei suoi lavori la contaminazione tra studi artistici e botanici. Con le sue opere site-specific Petrani ha colorato molte strade europee e non solo, chiamato dall’Ucraina alla Spagna, fino agli Stati Uniti, dalla Sicilia alla Svezia con tappe in capitali come Roma, Parigi e Vienna.


Oggi la sua firma si trova anche sulle mura del nuovo bagno pubblico di piazza dell’Isolotto, una firma fatta di abeti stagliati nella nebbia, di mimose che conquistano il primo piano. Il progetto, in collaborazione con il Comune di Firenze, è stato curato da Street Levels Gallery, la galleria di Firenze dedicata all’arte urbana che porta avanti l’opera di “inseminazione artistica”, rendendo gli spazi pubblici protagonisti di uno scambio reciproco e dinamico tra creatività, cittadinanza e paesaggio, mediando e conciliando le differenti visioni artistiche con le esigenze dei privati, delle amministrazioni pubbliche e della comunità servita.

Autore

Scrivi un commento