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“Le Milanesi ai Prodi Toscani”

- Cultura
17 Marzo 2021

Sulla bandiera tricolore conservata nella sala Fetonte del Consiglio regionale della Toscana c’è scritta questa dedica: “Le Milanesi ai Prodi Toscani”. È uno dei più antichi tricolore esistenti, come spiega il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo (nella foto): “Fu donato dalle patriote milanesi all’armata Toscana, guidata dal generale De Laugier, che combatté eroicamente nella battaglia di Curtatone e Montanara nel 1848. Allora i giovani studenti toscani partiti volontari per fare l’Italia avevano il sogno della libertà e dell’unità del nostro Paese. Oggi questo sogno l’abbiamo realizzato, ma tocca noi difenderlo ogni giorno superando ogni disparità territoriale, economica e sociale”.

Curiosa la storia di quella bandiera: a cucirla furono tre nobili milanesi, Fanny Spini, Angela Battaglia-Fumagalli e Fanny Bonacina-Fumagalli. La vollero donare al generale De Laugier per manifestargli il sentimento di riconoscenza per le tante vite cadute sui campi di battaglia di Curtatone e Montanara, per il sogno di indipendenza e unità.

Prodi, generosi Toscani, al vostro nome un misto d’ineffabili commozioni agita ogni cuore italiano. Voi figli della più gentile fra le gentili terre d’Italia, voi sulle cui labbra suona con più squisita dolcezza l’accento del sì, voi primogeniti cultori dell’antico e nuovo incivilimento italico, voi de’ primi accorreste ad affrontare sotto il vessillo tricolore della civiltà la ferocia dei barbari. Era divino volere che l’albero della libertà fosse inaffiato dal più puro sangue italiano. Lume d’intelligenza gentilezza di cuore, vigore d’ingegno, tesori d’avvenire, impeto di gioventù furono spenti, distrutti sui fatali campi di Curtatone, ove però cadendo prepararono pel domani la vittoria al valore italiano. Il grido de vincitori non poteva però coprire il gemito doloroso che surse in tutta Italia alla perdita di tante vite preziose. Ai pianti delle madri e sorelle vostre s’unirono le lagrime d’altre madri e sorelle consapevoli di tutta l’amarezza de vostri lutti perché ansiose anch’esse de loro cari e tremanti al pensiero che tante amate fronti serene di giovinezza scintillanti di speranza guerriera non abbiano più a ricevere l’inebbriante bacio del ritorno. Ma l’Italia è ancora in pericolo: il Barbaro cui è prodezza il numero va ingrossando. Se mitezza di cielo e di costumi, se squisito senso di bellezza fanno della Città dei Fiori il tempio delle arti, essa rimembra d’esser pure la terra delle anime forti. Alle delicate forme e ai soavi concetti del Poeta di Laura, può contrapporre i disdegnosi fremiti del Ghibellino, le meditazioni del Macchiavello, le prepotenti creazioni di Michelangiolo, la parola tonante del Savonarola, la spada di Ferruccio e l’ingegno scopritore di Galileo. Soffocate le voci del dolore, Toscana tutta freme armi e manda nuovo grido di guerra; altri combattenti corrono a riempire le diradate file. Deh! voglia l’eletta vostra gioventù accogliere questo vessillo che noi le offriamo, benedetto dal Pastore della Chiesa d’Ambrogio, e accompagnato dalla preghiera che il Dio della vittoria lo renda trionfante ma senza nuovi sagrificj troppo funesti. Basta già il sangue da voi versato a Curtatone per l’Italia indipendente, libera ed una, perché siano fatti indissolubili i vincoli della nostra fratellanza. E quando un giorno compita l’italiana vittoria saranno i vostri vessilli deposti in Santa Croce fra i monumenti delle patrie glorie, noi venendo ospiti nella vostra città rivedremo forse questa bandiera scolorata e lacera ma circondata da un’aureola eterna di gloria; e se mai qualche donna vestita a bruno sollevasse gli occhi lagrimosi a quei vessilli noi stringendole in silenzio la mano, ben sapremo di che si dolga, e genuflesse a piè degli altari divideremo seco la volluttà del pianto”.

Fanny Spini
Angela Battaglia-Fumagalli
Fanny Bonacina-Fumagalli

 

Testo contenuto nella “Raccolta dei Decreti, avvisi, proclami, bullettini emanati dal Governo centrale provvisorio della Lombardia dai diversi comitati e da altri dal giorno 18 marzo 1848 in avanti”.

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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